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BookSprint Edizioni Blog

25 Ott
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Intervista all'autore - Sergio Greco

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Napoli, ma dal 1996, per motivi di lavoro o meglio di non lavoro mi sono trasferito a Modena con mia moglie, mia figlia ed il meticcio che per 14 anni ha allietato la nostra esistenza. Ho sempre amato scrivere ed ho praticato questo hobby sin da ragazzino, quando scrivevo su un quaderno cronache di partite mai viste. Da adolescente avevo il diario personale a cui regalavo i miei pensieri ed eseguivo a scuola lunghissimi temi che la mia insegnante di italiano Bianca Del Vecchio, apprezzava e premiava con generosi voti. Durante il servizio di leva avevo trascritto un vero e proprio diario di bordo che poi ho preferito cestinare. Da adulto ho finalmente avuto il coraggio di rendere pubblica la mia passione. Se potessi farlo gratis, pubblicherei un libro all'anno!
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mio lavoro di sindacalista impone dei ritmi vorticosi per cui posso dedicarmi a questo hobby la sera, dopo la frugale cena che mi organizzo, vivendo da solo. Devo però fare i conti con la stanchezza e con l'altro hobby importantissimo della mia vita, il teatro amatoriale, che pratico con discreto successo dal 2004. Inoltre aggiungo che essendo molto tifoso della squadra di calcio della mia città, quando ci sono partite in tv, non scrivo. Approfitto poi delle vacanze estive per dedicare del tempo alla scrittura alternandola alla lettura. Credo che per scrivere decentemente e farsi venire delle idee, sia indispensabile leggere.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Gramellini, Camilleri, Luciano De Crescenzo, Khaled Hosseini ed Isabel Allende mi hanno preso in maniera particolare, ma leggo spesso testi di autori sconosciuti che come me si avventurano in testi letterari. Amo la scrittura semplice, comprensibile, delicata e non troppo esplicita nelle parti cruente e relative alla sfera sessuale. Ovviamente Hosseini e Allende sono eccezioni che per la loro grandezza mi sono fatto scivolare, ma ho fatto fatica, soprattutto con Khaled.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Dallo stesso momento in cui avevo pubblicato il mio secondo libro (2013), avevo deciso di pubblicarne un terzo ed avevo in mente varie idee. Poi man mano son venuti fuori dei racconti brevi ed ho deciso di metterli insieme in un unico testo. Ho impiegato tanto tempo perché come ben sapete, uno scrittore dilettante deve autofinanziarsi e le mie condizioni economiche non me lo consentivano.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Essendo un autore che predilige trascrivere eventi realmente vissuti, il contesto d'attualità che mi coinvolge ha influito molto, sia per la parte che riguarda la mia sfera privata, sia per il periodo che stiamo vivendo dal punto di vista politico.
In uno dei racconti ad esempio, sottolineo un triste ritorno razzismo che sta coinvolgendo anche la nostra bella Italia.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Come dicevo poc'anzi a me piace descrivere la realtà, ma effettivamente mi rendo conto che la mia passione mi consente di evadere dai pensieri quotidiani sfogandomi sulla tastiera del computer. Ho scritto anche racconti di fantasia (non pubblicati per ora) ma di solito tocco la realtà. Non vorrei evitare di rispondere alla tua domanda, per cui sintetizzo dicendoti che scrivo per evadere ma amo raccontare a modo mio cose reali.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Anche quando ho scritto racconti di fantasia, c'è molto di me nei personaggi o quanto meno c'è sempre il "Sergiopensiero".Credo sia un mio limite quello di fare fatica a descrivere cose che non sento, che non vengono dal mio cuore.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qui divento banale, scontato ma desidero essere sincero a costo di apparire patetico. Tutte le persone che fanno parte della mia vita ed in particolare quelle a cui voglio bene (e anche quelle che non stimo troppo) sono importanti per la stesura delle mie opere, perché sono solito scrivere pensando alla reazione di chi mi legge. In particolare penso a mia madre, anche se purtroppo è scomparsa proprio il giorno in cui questo libro è andato in stampa, a mio padre e a tutti quelli a cui desidero far leggere quanto scrivo. Però credo di essere stato ispirato soprattutto da mia moglie, deceduta a 53 anni nel 2016 e che mi accompagna nei pensieri tutti i giorni. Ti avevo avvertito che sarei stato patetico.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La mia opera consta di 4 racconti ed ognuno di loro ha una sua prefazione effettuata da 4 persone diverse. Ad ognuno di loro ho fatto leggere la storia che gli competeva. Il libro completo è stato messo nelle sapienti mani di Carlo Cammuso, l'amico che farà da relatore alla mia prima presentazione.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono l'ultima persona a cui affidare una tale domanda, perché pur essendo un giovanotto di 58 anni, sono legatissimo all'odore della carta e persino allo stendersi dell'inchiostro della penna sul foglio. Benedico la tecnologia e l'uso del computer, ma amo troppo il cartaceo. Credo che l'ebook sia un mezzo utilissimo per chi desidera portarsi dietro tanti testi da scegliere quando si va fuori e forse prima o poi lo userò anch'io, ma non posso immaginare la mia libreria senza quei libri che l'adornano.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che tutto ciò che possa diffondere la cultura, sia da considerarsi positivo e quindi va benissimo anche l'audiolibro. L'importante è che non si tocchino le pietre miliari della cultura, dell'arte, della letteratura. Credo che passato e presente possano sempre convivere.
 
 

 

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Giovedì, 25 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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