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06 Ott
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Intervista all'autore - Riccardo Prandini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono Riccardo, studio Giurisprudenza (attualmente devo iniziare il terzo anno) e vivo in un piccolo paese nella provincia di Modena. Ho deciso di diventare scrittore in seguito ad un difficile periodo della mia vita, in cui avevo perso ogni consapevolezza di me, delle mie capacità e delle mie potenzialità. Ero entrato in un difficile tunnel quale la depressione e non sapevo come uscirne. Grazie all'aiuto di un terapista e merito anche della scrittura, ho saputo riprendere il controllo della mia vita in mano, non lasciandomi più abbattere e credendo di più in me stesso. Ho raggiunto straordinari risultati, migliorando notevolmente le mie condizioni di salute psicofisica e guadagnando una forte passione di cui sono certo di non voler mai abbandonare.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un particolare momento all’interno della giornata in cui scrivere... ogni momento è ideale per poter scrivere. Mi abbandono ai pensieri e inizio a scrivere, lasciando libero sfogo alla fantasia.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è senz’altro Donato Carrisi, di cui ho letto diversi romanzi. Apprezzo il modo in cui tiene con il fiato sospeso, il modo magistrale con cui descrive attentamente i personaggi e le sceneggiature, preciso ed intenso. I finali dei suoi romanzi mi colpiscono sempre, inaspettati. E poi è laureato in Giurisprudenza! Spero di prendere esempio da un maestro eccellente.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Quest’opera è nata in seguito ad un difficile periodo della mia vita di cui ho parlato anche precedentemente. L’opera si potrebbe dire che rappresenta uno dei passi fondamentali della mia terapia, per mettere nero su bianco sensazioni, emozioni, pensieri e dubbi.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente un po’ il contesto sociale ha influito, è inevitabile, ma la maggior parte della mia formazione è avvenuta solo grazie alla mia dedizione e alla forte passione che ho per la scrittura in primis e per la lettura.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi entrambi! Evado dalla realtà per raccontare la mia vita, ma in generale ciò che mi circonda. Vorrei raccontare le voci di chi non può raccontare, chi per mancanza di possibilità o chi semplicemente non trova il coraggio di raccontarsi, ad esempio per paura di giudizi altrui. Vediamo ad esempio fare coming out: per molti è un passo importante, che spesso non hanno il coraggio di compiere, appunto per il timore di giudizi altrui. Io ho avuto il coraggio di farlo, non tenendo conto di eventuali giudizi negativi (che, fortunatamente, non sono arrivati, anzi, mi è stato dimostrato molto affetto). Portare la voce di anche una sola persona renderebbe la mia coscienza migliore, consapevole che la sua vita sarebbe libera da vincoli e paure di ogni genere.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C’è decisamente molto! Ogni singola parola è stata composta di getto, seguendo le mie emozioni e tutto ciò che desideravo esprimere. Rappresenta la mia vita, nel bene e nel male, con ovviamente qualche elemento di pura fantasia. In un certo senso, il mio libro rappresenta un pezzo della mia anima, che può essere ben visibile a tutti. Mi sto spogliando delle mie emozioni, e questo è senz’altro positivo.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certamente sì: senza l’ausilio del mio psicoterapeuta, il dott. Alessandro De Rosa, a cui devo un ringraziamento speciale, non avrei compiuto un cambiamento così importante e non avrei scoperto la passione per la scrittura.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
I primi che hanno letto il mio romanzo sono stati i miei genitori, incuriositi da questa mia passione appena scoperta. Sono molto fieri di ciò che sono diventato; anche se il percorso non è stato facile, i risultati hanno ripagato le mille fatiche! Tuttora mi supportano e mi chiedono spesso di eventuali progressi... e ovviamente sono impazienti nel leggere i miei futuri romanzi!
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Certamente sì, anche se devo dire che il profumo delle pagine di un libro appena acquistato non ha prezzo!
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
A dir la verità non ho mai sperimentato questa forma letteraria... spero presto di averne l’occasione!
 

 

 

 

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Sabato, 06 Ottobre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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