1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Genova, dove ho vissuto nei primi anni della mia vita e poi sono sempre stata a Pietra Ligure. Non mi definisco una “scrittrice”, è un’etichetta troppo professionale e importante. A me piace semplicemente scrivere, lo faccio fin da quando ho imparato a tenere in mano una penna. Mi sono sempre dilettata in piccole storielle, mai però portate a termine. “His Smile” è la prima tra queste che sono finalmente riuscita a finire e ne sono molto orgogliosa.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Appena ho tempo, quando ho ispirazione. Di solito mi piace scrivere ascoltando la musica, perché mi aiuta a concentrarmi. Se devo scrivere un momento triste, mi piace ascoltare una playlist strappalacrime, mentre se devo scrivere di qualcosa di felice, la musica è allegra e solitamente pop.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ne ho tre, in realtà: Anna Todd, con la saga che mi ha rapita, After, che ho amato dalla prima all’ultima pagina; John Green, che mi ha trasportato nel suo mondo in ogni libro che ho letto, facendomi piangere e apprezzare ogni singola parola e per ultimo Gio Evan. Adoro le sue poesie, mi fanno battere il cuore e pensare, molte volte mi hanno dato ispirazione per scrivere!
4. Perché è nata la sua opera?
È nata perché sentivo il bisogno di scrivere, di sfogarmi. Sinceramente è quella che mi piacerebbe vivere, la mia ipotetica storia d’amore. Sinceramente c’è molto di me in quel libro, alcune frasi sono tratte da reali conversazioni, mentre altre derivano semplicemente dal frutto della mia fantasia. La prima volta che ho pensato a questa ipotetica storia non so esattamente quando fosse, ma l’idea mi balenava in testa da un po’ quando ho deciso finalmente di mettermi in gioco e scriverla. Erano le vacanza natalizie del 2015.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, in verità. Il semplice fatto che la protagonista, Beatrice, ascolti in continuazione la musica con i suoi auricolari o il fatto che sia sempre attaccata al telefono ne sono una prova.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è assolutamente un modo per evadere dalla realtà. Tutti i problemi sembrano scomparire quando scrivo, è un po’ il mio mondo nascosto, nel quale mi sento protetta.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come già detto qualche risposta fa, tantissimo. Beatrice ha il brutto vizio di mangiarsi le unghie, proprio come me, porta una anello a forma di infinito nell’anulare destro, come me. Direi che ci sono molti particolari, anche i caratteri dei personaggi, che per qualche aspetto sono ispirati ai miei amici. E poi Brian è il mio ragazzo ideale! (Dopo Hardin Scott, ovviamente)
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Situazioni che ho passato, belle e brutte mi hanno portata ad essere quella che sono ora e ho trasmesso il mio bagaglio di esperienze al libro. Per quanto riguarda le persone, una mia amica mi è stata di particolare aiuto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia mamma, naturalmente! Ma la prima stesura era davvero pessima, perché in quel periodo stavo leggendo un libro (non ne ricordo il titolo) e visto che mi piaceva molto cercai di imitare lo stile narrativo. Un tentativo più che fallito, direi. Dovevo ancora trovare la mia strada, il mio modo di essere e scrivere. Credo di esserci vicina, ma devo lavorarci ancora un po’.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Secondo me sì, ma non ne sono molto contenta. Adoro tenere in mano un libro, sentirne il profumo, sfiorare la carta mentre giro le pagine, sottolineare le mie parti preferite. Non amo la lettura digitale, anche se so che per l’impatto ambientale è sicuramente meglio.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente credo sia un’idea simpatica. Fa immedesimare ancorar di più il lettore. Io personalmente non l’ho mai provato, ma ci sarà sempre una prima volta, no?