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21 Ago
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Intervista all'autore - Gianluigi Gallina

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono sempre stato un tipo molto attento e minuzioso. Prima di tutto a me stesso e a quelle cose che mi succedevano dentro.
Ho sempre cercato di trarre il meglio in ogni cosa. Non mi sono mai accontentato.
Mi sono sempre sfidato. Ho cercato di fare sempre il contrario di quello che mi si insegnava per vedere cosa succedeva in me. Perché sono convinto che non esiste un’unica soluzione alle cose, tutto è giusto se capisci che non c’è una soluzione.
E questo mi ha portato a vedere la vita e la realtà esteriore in modo diverso da come potrebbe apparire. Ho cercato e cerco sempre tutte le sfaccettature della vita e mi emoziono ogni volta che scopro che ci sono una miriade di colori e profumi vitali dentro e fuori di noi che nemmeno immaginiamo e che alla fine ci uniscono tutti in un unico flusso.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Purtroppo nell'ultimo periodo, a causa del lavoro che faccio, non riesco più a dedicare del tempo alla scrittura e questo mi manca tanto. Ma prima ogni attimo che avevo lo dedicavo a lei. 
Mi esercitavo scrivendo qualsiasi cosa provavo, bella o brutta non aveva importanza. Scrivevo e basta. Errore dopo errore mi serviva ad aprire un canale dove poter attingere ogni volta che provavo qualcosa. Come un flusso a cui solo io potevo accedere.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piacciono tanto: Luigi Pirandello, Eugenio Montale, Italo Svevo, Pablo Neruda, Charles Baudelaire, Alda Merini. 
Paulo Coelho, Dan Brown, Fabio Volo.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Quando scrivevo non avevo mai pensato di pubblicare la mia opera.
Poi mi sono detto perché no. É un mio sogno perché non realizzarlo?
Ho iniziato a fare leggere le prime cose alle persone a me più care. Fino a testare con persone sconosciute per vedere la loro reazione. Avevo paura di smascherarmi. Poi crescendo e maturando ho preso sempre più coscienza di me stesso, dei miei pregi e dei miei difetti. Così mi decisi.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente tanto per quando riguarda la mia terra, la Sicilia. La sua cultura e le sue tradizioni sono uniche. 
Ti trafiggono dentro e non puoi più farne a meno.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Dipende dai casi. 
A volte lo facevo perché ero arrabbiato e quindi era un modo per sfogarmi. A volte invece era gioia perché riuscivo a descrivermi e trasformare le emozioni in qualcosa di indelebile.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Praticamente tutto. Ogni parola scritta rappresenta me stesso.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No. A parte il mio amico Eugenio Romano con cui mi sono sempre confrontato e relazionato. 
Infatti è stato lui a scrivere la sinossi. Per il resto ogni singola parola è mia e ne sono molto geloso. Non mi va di cambiare niente perché è come se dovessi cambiare la mia pelle, le mie ossa, le mie cellule.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie Gabriella.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente sarà così. Anche se il fascino e il profumo che ha un libro cartaceo e impagabile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
É una bellissima cosa. 
La voce unita alla parola è un connubio perfetto che esalta le emozioni.
 

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Martedì, 21 Agosto 2018 | di @BookSprint Edizioni

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