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02 Lug
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Intervista all'autore - Willy Guehi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in Costa D’avorio, dove ho vissuto fino all’età di 7 anni con mia madre e mio fratello, fino a quando mio padre che viveva qua in Italia è venuto a prendermi e mi ha portato a vivere con lui e la sua compagna, ho sempre vissuto nei dintorni di Parma. Sono un ragazzo di 23 anni, che cerca di costruirsi un futuro cercando di inseguire le proprie passioni fin quando mi sarà possibile. Amo scrivere e questa passione è nata anche tra i banchi di scuola dove ho scoperto che le uniche verifiche che mi piacevano erano i temi, è una cosa che mi fa sentire bene e che mi permette di svuotare la mente dai pensieri. Il più grande desiderio sarebbe riuscire a diventare uno scrittore e un giorno anche un regista.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento preciso in cui scrivo, scrivo sempre, anche mentre non lo sto facendo fisicamente, la mia mente macina pensieri in continuazione, anche se devo ammettere che preferisco scrivere di notte, riesco a concentrarmi meglio.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho sempre ammirato Stephen King per la sua incredibile capacità descrittiva e la sua bravura nel creare la suspense, amo allo stesso tempo il modo di scrivere e l’impegno e il cuore che ci mette Antonio Dikele di Stefano, uno scrittore, ma maturo.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Questo libro ha preso vita nel buio della mia stanza, tra un’infinità di pensieri e in un momento abbastanza particolare della mia vita.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito in modo consistente, al giorno d’oggi siamo in grado di leggere in qualsiasi momento, e anche di scrivere in ogni istante, basta salvare una nota sul telefono per poi riprendere il discorso una volta a casa, ai giorni d’oggi si può scrivere e parlare di molte cose, i discorsi che si possono affrontare sono infiniti e anche i modi in cui si possono affrontare sono infiniti la scrittura è una forma d’arte incredibile, e l’arte è sempre presente ogni giorno in ogni cosa, basta saperla cogliere, i migliori scrittori infatti sono quelli che sono capaci appunto di coglierla tutti i giorni e in ogni istante.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per evadere ma non dalla realtà, perché in quello che scrivo racconto la realtà, anche se spesso utilizzo storie inventate il mio scopo è quello di scrivere di sentimenti reali e profondi che toccano tutti noi.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me in questa opera, ci sono alcuni pensieri e sentimenti che condivido, c’è il modo di vedere certi aspetti della vita.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Credo che se non avessi vissuto quel determinato momento della mia vita, questa opera non sarebbe mai nata, e il finale del libro probabilmente ne è un chiaro esempio.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L’ho fatto leggere per primo a uno dei miei migliori amici.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
I veri appassionati della lettura, ameranno sempre acquistare il libro cartaceo, leggere un libro come hanno sempre fatto, avere il contatto con la carta e sentire il profumo della carta che è poi quello delle parole, tuttavia la tecnologia ci sta imponendo un altro tipo di lettura, un altro modo per leggere sempre e ovunque, per forza di cose acquisterà importanza anche questo nuovo modo di leggere, proprio perché lo sviluppo tecnologico sta acquistando un’importanza sempre maggiore.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Lo stesso discorso affrontare per l’ebook si può applicare anche per l’audiolibro, credo sia una questione di tempo, credo dare più alternative al lettore sia sempre una bella cosa, permette allo stesso tempo di ampliare il mercato dell’editoria.
 
 


 

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