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27 Giu
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Intervista all'autore - Francesca Nardi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Marina di Carrara ma vivo, quasi da sempre al Sud, oggi a Caserta. Non credo si decida di diventare scrittrice e non so neppure se io lo sia diventata... si decide inconsapevolmente di vivere con attenzione, si guarda e si considera l'altro e l'altrove... ed un giorno qualsiasi, in cui ti fermi perché sei stanca, ti illudi di avere riflettuto a lungo prima di prendere una decisione o di diventare, appunto, qualcosa o qualcuno...

Poi... ti accorgi che sono altri o altre le cose che hanno deciso per te...sono gli eventi e le pause tra un'emozione e l'altra, condotti per mano da uomini e donne o miagolati da un gatto sconosciuto o fermi nello sguardo di un cane che avevi tempo fa, che premono alle soglie del tuo pensiero ed allora... all'improvviso tenti di fermare il tempo che fugge troppo in fretta ed accorcia le distanze con il probabile passaggio finale e... scrivi... sì... scrivi e cominci inavvertitamente dalla fine presunta di un'illusione... la rivolti e la rimpiangi e ti commiseri... ecco... quando la consapevolezza del reale avrà distrutto la speranza e solo allora, riuscirai a scrivere attraversando l'aria, aggrappandoti a qualcosa come le foglie bagnate, che riconoscerai come l'unica maniera di conservare paradossalmente... un'illusione.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Uno qualsiasi ma preferibilmente la sera o la notte.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
La gente che scrive merita rispetto. Amo tutti gli autori e penso al dolore di chi dovesse sentirsi escluso, rifiutato. Leggo tutto e di tutto...
 
4. Perché è nata la sua opera?
Non so perché è nato ciò che ho scritto... forse dal dolore, dal desiderio di rivalsa, dall'esigenza di rendere giustizia a chi è stato offeso... forse dal desiderio di raccontare episodi vergognosi rimasti impuniti fino ad oggi e che forse continueranno ad esserlo... forse dalla vanità che alloca in ognuno di noi... forse da una scommessa sconosciuta con il destino... forse dal desiderio di far avverare una profezia che una zingara fece a mia madre quando era incinta di me... avrai una figlia che farà qualcosa che resterà... ecco solo ciò che è scritto resta a dimora e a testimonianza di qualcosa sia nel bene che nel male e forse la zingara aveva ragione... ho scritto.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho vissuto in una famiglia che mi ha lasciato spazi sufficienti a crescere autonomamente dal punto di vista del pensiero... inoltre, il mio spirito ribelle ha fatto il resto... ho assorbito dall'ambiente il minimo indispensabile, perché la mia arroganza di fondo, mi tutelava dall'abitudine a massificarsi... quanto sia stato produttivo tutto questo non saprei dirlo... forse sarebbe stato meglio uniformarsi e confondersi con gli altri... anche i problemi sarebbero apparsi condivisibili e non come monoliti in avvicinamento, riservati a soltanto a te. Comunque sia...vivere con attenzione mi ha aiutato a farmi compagnia.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Non credo sia una buona idea evadere dalla realtà...vi è tanta poesia anche nel quotidiano, se riesci a considerare che si vive anche in funzione degli altri. La realtà siamo noi perché dovremmo evadere da noi? Io racconto le cose che vivo o che vivono gli altri... racconto e parlo ma non mi interrogo sulle ragioni di ciò che non so... per continuare ad illudermi di sapere?
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo di essere io quella che scrive, non la parvenza migliore di me che non so neppure se esista... Credo di scrivere con me, in compagnia delle mie esperienze, perché è necessario raccontarsi ogni tanto e raccontare quello che la gente si ostina a non voler ascoltare di sé e degli altri... scrivo cercando di trovarmi nella mia interezza ed attraverso la scrittura tento di "sorprendere" anche le parti nascoste del mio pensiero e rivelarle prima a me stessa e poi agli altri. Chissà quanto tempo rimane ancora e se sarà sufficiente...
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ipocrisia, ingiustizia, dolore, cattiveria, disonestà, corruzione sono ragioni sufficienti? Sempre che non vengano considerate inutili parole da sciorinare sui palchi e nei convegni. Io ho attraversato l'oceano a nuoto con il mare in tempesta, per difendermi dalla loro versione umana ed oggi scrivo anche per coloro che non ce l'hanno fatta...
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio avvocato.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
No. Il futuro della scrittura non ha motivo di essere se non tocchi la carta, non ne ascolti il fruscio, non senti scorrere tra le dita, una pagina dopo l'altra lentamente, se non senti l'odore del "fresco di stampa" ...
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia una iniziativa eccellente che consente la valorizzazione particolare di alcuni testi.
 
 

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Mercoledì, 27 Giugno 2018 | di @BookSprint Edizioni

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