1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Roma perché la mia mamma romana ci teneva tanto a farmi nascere all'ombra del Cupolone, ma ho trascorso la mia prima infanzia in Emilia, un po' sulla falsa riga dei personaggi di Guareschi, gli indimenticabili Don Camillo e Peppone. All'età di 8 anni i miei genitori si trasferirono nuovamente a Roma, dove io sono rimasta affascinata da usi e costumi a me completamente sconosciuti. Erano gli anni '50, noi abitavamo vicino al Vaticano e c'erano ancora donne con il corsetto, la gonna lunga e l'orcio sulla testa.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"La Storia" di Elsa Morante, un libro traboccante di emozioni positive che potrebbe essere un'ottima guida per i giovani che si affacciano in questo mondo a volte così crudele e superficiale.
Nel mio amore incondizionato per gli animali non posso dimenticare la descrizione di Bella la cagna che fa da mamma a Useppe il bambino epilettico, costretto a vivere recluso in casa perché figlio di una violenza sessuale.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io spero che possano continuare a coesistere le due versioni, anche se alla fine ciò che conta è la lettura e la gratificazione che ne deriva per lo scrittore e per il lettore dall'aver condiviso le gioie e i dolori descritti nell'opera.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è sicuramente un colpo di fulmine, un bisogno improvviso di esternare sentimenti così forti da non poterli tenere confinati senza un profondo disagio interiore. Altre volte è un modo di fermare, come in un'immagine fotografica, la meraviglia delle cose che la vita a volte ci offre e di cui raramente ci accorgiamo.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il desiderio di ricavare un utile che possa andare a favore degli animali miei e altrui quando io non ci sarò più.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che le mie parole tocchino il cuore del lettore facendo riemergere quell'Amore e quella Compassione troppo spesso sopiti dentro di noi e che questo Amore non sia limitato solo ai nostri simili ma abbracci tutta la Natura, tormentata dal nostro delirio antropocentrico.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da piccola ho adorato gli scrittori e i loro messaggi, non progettando minimamente di emularli. In seguito la vita, saturandomi di esperienze sia piacevoli sia dolorose, mi ha portato all'improvviso un giorno a scrivere la prima poesia: "Preghiera Apocrifa".
Dopodiché ho avvertito spesso la necessità di affidare alla parola scritta i miei sentimenti e le mie reazioni alle vicissitudini quotidiane.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Molti anni fa un'autentica sensitiva mi predisse, tra tante altre cose tutte verificatesi nel prosieguo, che sarebbe giunto il momento in cui io avrei dovuto scrivere un libro, e questo grazie all'intervento del mio spirito guida, un mistico persiano che ho identificato come Firdausi, un poeta vissuto intorno all'anno mille che scrisse opere note in tutto l'Oriente.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Essendo una collezione di poesie, quest'opera non avrà mai fine, anche se per lunghi periodi c'è stato il silenzio della mia anima a causa delle asperità della vita quotidiana.
10. Il suo autore del passato preferito?
Rabindranath Tagore è stato un poeta che ho molto amato e con cui ho trovato delle incredibili affinità, al punto da ispirarmi alcune poesie nonostante fosse morto prima della mia nascita.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutto ciò che avvicina l'uomo alla cultura e, specialmente i giovani, deve essere incentivato.