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12 Giu
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Intervista all'autore - Rosario Lubrano

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Rosario, sono nato e vivo nella terra del mito, a Pozzuoli nei Campi Flegrei. Sono molto attaccato alla mia terra, sono stato fortunato a nascere qui. È una terra anarchica, sanguigna e passionale, qui è facile trovare ispirazione. Non c'è stato un momento preciso in cui ho "deciso" di scrivere. Ho iniziato e basta. Io credo che ognuno di noi lo faccia per un motivo diverso. Io ho sentito l'esigenza di scrivere. Sono stato sempre il "bambino dell'ultimo banco", quello in disparte, schivo non per "scelta", ma semplicemente perché mi sentivo in un certo senso "diverso". Scrivere mi ha aiutato ad aprirmi al mondo. Scrivendo, riesco ad esternare ciò che sono.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso a cui dedico uno spazio alla scrittura. Per me è un bisogno primario, scrivo in qualsiasi momento, usando tutto quello che ho a portata di mano: post it, tovagliolini di carta al bar, moleskine, quaderni e cellulare. Che siano piccoli pensieri, frasi, racconti o poesie; quando ne ho bisogno, scrivo.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è sicuramente Stephen King. Io non sono d'accordo con chi etichetta gli scrittori per genere. Sicuramente King è il maestro della letteratura horror, ma non è solo quello. Ha delle doti narrative uniche, i personaggi dei suoi racconti sono descritti in modo ineccepibile, sono tutti molto "umani", ed è questo che spaventa veramente, la banalità del male.
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata perché "voleva" nascere. Scrivo perché non so parlare, è un contenitore di storie più o meno in versi. C'è l'omaggio alla mia terra, ci sono le ingiustizie sociali, la condanna alla violenza sulle donne, c'è la stupidità della guerra da un lato, e l'amore per la vita dall'altro. Avevo bisogno di esprimere il mio punto di vista sul mondo che ho dentro e su quello che mi circonda.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito in modo esponenziale. È inevitabile essere coinvolti e farsi influenzare dal contesto in cui siamo immersi. Diversamente, ci sentiremo alienati. Non che alle volte personalmente non abbia cercato l'estraneazione, ma scrivere di ciò che non sai, sarebbe scorretto verso il lettore. La parola per essere potente va vissuta.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sostanzialmente è ambedue le cose. In quanto fondatore del Movimento della Social Poesia, io credo che scrivere non può essere un atto fine a se stesso, ma che debba necessariamente assurgere alla funzione di rivalsa sociale. La poesia è un grido lasciato da un foglio bianco, può e deve servire anche a portare avanti battaglie sociali, può e deve anche fungere da altoparlante per chi non ha voce. Piuttosto che evaderla la realtà, possiamo fare in modo di cambiarla.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto di me. Leggere questa raccolta è un po' come guardare all'interno di un caleidoscopio che riflette la mia essenza. È inevitabile per uno che scrive.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentalmente, tutte le persone che mi amano e che mi hanno sempre incoraggiato, molte delle quali non ci sono più. Lo devo a loro, e lo devo anche a chi non ha mai creduto in me. Un ringraziamento particolare va anche a tutto il team della BookSprint che non mi ha lasciato mai solo.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al bambino che c'è dentro me, senza di lui non avrei mai potuto scrivere.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io non lo so se il futuro della scrittura sia o no l'ebook. Per quanto mi riguarda amo toccare ed annusare la carta del libro. Credo che per forza di cose l'ebook alla fine la spunterà, viviamo nell'era della digitalizzazione e siamo solo agli albori.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che possa essere un valore aggiunto. E possa interessare a molte persone.
 


 

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Martedì, 12 Giugno 2018 | di @BookSprint Edizioni

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