1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ogni racconto e poesia che scrivo è vibrazione d’anima, il riflesso di una me stessa allo stato puro.
Sono una matita solitaria e randagia che scrive a cuore aperto.
Lo scrivere non è solo comunicazione, espressione e verità introspettiva, ma è vita, nel suo significato più intenso, è creazione, magia e incanto. In un mondo come il nostro, dove la tecnologia e la frenesia hanno preso il sopravvento, a volte è necessario fermarsi un istante e lasciare che il tempo rimanga sospeso, in modo tale che il buio della nostra esistenza sia circoscritto e illuminato dalle parole.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In ogni storia, in ogni riga, anche se a tratti, c'è una piccola parte del mio vissuto. Tra le pagine scorrono fiumi di emozioni, confessioni, elegie condivise con conoscenti, amici, persone che poi sono sbocciate in parole e hanno dato forma ai miei racconti.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
La raccolta "Attimi, come pupazzi di neve all'equatore" è un insieme di racconti che hanno conseguito premi letterari, quindi non è solo un onore, ma il completamento di un percorso introspettivo di una me stessa in continua evoluzione, sia sul piano letterario sia personale. Mi piace giocare con le parole, farle mie e creare armonie diverse, pur rispettando il mio modo di scrivere che rispecchia la prosa poetica.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Direi che è stato facile scegliere il titolo del libro, perché identico a quello di un racconto che fa parte di un tratto importante della mia vita.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Domanda difficile questa, non saprei scegliere tra Margaret Mazzantini e Nicolò Ammaniti, perché li amo entrambi, scrivono storie vere e dure, con linguaggio fluido che arriva a tutti. Parlano della vita per quello che è, senza nessuno sconto, senza alcun perdono, senza insegnamento.
Adoro Emily Dickinson, il suo evitare le solite strade ben delimitate, il suo lessico personale e perfettamente attuale e vivo “L’anima scrive – non in casa –sopra la carne e si avvia col suo dolce passo eterico dove non è speranza di toccarla” – da Poesie.
Sono “intimamente” vicina a Federico Garcia Lorca, al suo sentimento gitano, alla speranza che credeva potesse conciliare tutto, alla sua contraddizione di tradizione e d’avanguardia, alle sue testimonianze “lloraba como un nino” (piangeva come un bambino) al suo “verde come ti voglio verde”.
6. Ebook o cartaceo?
Direi che vanno bene entrambi, l'importante è leggere, aprire la mente per arricchire il cuore e l'esperienza dell'anima. Personalmente amo l'odore della carta appena stampata, il particolare della sovraccoperta, la rilegatura, l'arte del comporre un libro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fin da piccola mi rifugiavo nel mio amico diario, scrivendo fiumi di parole.
Da grande ho scoperto che esistevano premi letterari cui partecipare e dove i propri scritti erano letti e valutati, così mi sono messa in gioco.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Durante una premiazione, un caro amico di penna, mi ha suggerito di stampare una raccolta dei miei racconti, Davide come Cristina, apprezzano il mio modo di scrivere, poi siete arrivati voi della BOOKSPRINT e il gioco è stato fatto, un desiderio realizzato, un'emozione diventata realtà.
Per questo vi ringrazio.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La collaborazione con il gruppo editoriale è stata eccellente, il grafico ha colto appieno lo spirito del mio libro, così l'emozione si è fatta parola, carta, immagine. Soddisfazione, si prova un'enorme soddisfazione nel vedere il proprio lavoro diventare un libro.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le mie figlie hanno letto in anteprima il libro, sono per me muse ispiratrici e sagge compagne di vita.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Perché no? Penso che l'audiolibro possa essere d'ausilio se ben conciliato con la tecnologia. A una rassegna poetica un attore ha letto una mia poesia con una splendida tonalità, donando alla stessa un'intensità sublime, tanto che mi son detta tra me e me, ma che belle parole... erano le mie.
Buona lettura