1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un ex militare dell'aeronautica Italiana, ora in pensione. Ho viaggiato molto per lavoro, ed affrontato molte situazioni dove prendere la decisione giusta era vitale. Sono nato a Roma 62 anni fa, e mai mi sarei sognato di fare lo scrittore, visto che la mia passione erano gli aerei, anche se la mia insegnante di italiano alle superiori, sempre ribadiva che i miei temi avevano al loro interno qualcosa di diverso, e raccontavano più di ciò che c'era scritto.
Oggi con il senno di poi devo prendere atto che forse aveva ragione. Decidere di scrivere è stato più che un bisogno fisico, dovevo farlo per me stesso e per dare voce a ciò che la realtà che ci circonda ogni giorno ci sbatte in faccia. Ne avevo abbastanza di stereotipi e di ipocrisia, che spesso davano vita solo a falsi idoli e a parole vuote, questo nei miei libri, sempre contrasto, dando voce alla realtà, quella vera, che inesorabile ci governa.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In verità la notte mi alzo spesso anche alle 3, perché quando mi immergo in una storia, non riesco a farne a meno, nel continuare la narrazione, e la storia che sotto i miei occhi prende forma, mi gratificasse, ed io non fossi più lo scrittore, ma solo un osservatore di ciò che accade, per questo la voglia di andare avanti e scoprire cosa altro accadrà, mi stimola nel continuare fino alla fine.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho letto molto nel tempo e penso che la lettura non sia solo oggi uno svago, ma debba inevitabilmente darci di più, leggo ogni autore che mi stimoli a riflettere, e spesso mi trovo a sfogliare Dan Brown, forse perché, non racconta solo una storia, ma descrive anche dove questa si svolge, e credo che quando si racconta qualcosa, ciò che c'è intorno sia quasi più importante dello stesso personaggio di cui si narra.
4. Perché è nata la sua opera?
I miei libri possono nascere da una parola, da un'immagine, o solo da una sensazione, questo in particolare è nato chiedendomi cosa sia la vecchiaia, e non perché i miei 62 anni mi possano pesare, ma il significato di essere anziani e magari ospiti di strutture dove inevitabilmente si debba attendere l'inevitabile, mi ha stimolato per dare voce a qualcosa che tutti, prima o poi, ci toccherà d'affrontare, e mi è parsa una buona idea rifletterci sopra, raccontando la storia del protagonista.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ogni istante della mia vita è stato condizionato, in senso buono, dal contesto sociale, e dai miei studi, io sono ciò che la mia mente ha raccolto durante la vita, ho mietuto ogni genere di informazioni, e le ho fatte mie cercando di comprendere cosa significassero, ma mai facendomi influenzare, perché la regola aurea che mio padre sempre mi ripeteva era: "Impara l'arte e mettila da parte", ed io questo ho fatto, ho studiato e studiato ancora, e sempre mi sono confrontato con il mondo, e avendo vissuto realtà diverse, in innumerevoli contesti, ho fatto tesoro di ogni piccolo, anche se in apparenza superfluo, particolare.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Come si comprende da quello che ho precedentemente scritto, tutti i miei scritti vertono esclusivamente nel raccontare le innumerevoli realtà che ci circondano.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come un caro amico sempre mi ricordava, in ogni libro c'è un pezzetto dell'autore che lo ha scritto, io forse più degli altri spero di aver messo molto di più, che solo un pezzetto, in questi miei lavori.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Devo dire la verità, nessuno in particolare, e tutti allo stesso tempo. Sia i parenti che gli amici, continuamente mi chiedono se ho scritto qualcosa, come se quella loro fame di sapere io debba saziare. Del resto è la cosa che più mi piace, quindi non faccio nessuna fatica nell'accontentare questo loro desiderio che poi è anche il mio.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ancora nessuno oltre a me lo ha letto, e tutti so stanno aspettando. Spero di sorprenderli ancora, anche se solo a loro ho svelato il titolo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sarò onesto, più che pensare che il mezzo elettronico sostituisca un libro cartaceo, io vedo in futuro, una collaborazione con questo mezzo digitale, anche se comodo, in particolari frangenti, il cartaceo più che uno schermo, può trasmettere l'emozione di poter toccare e girare pagina. quindi può sicuramente essere un ottimo mezzo per raggiungere più lettori, e credo non si debba fare una contrapposizione, ma più tosto rendere entrami alleati potenti per divulgare più cultura.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Questo mezzo lo trovo veramente interessante, e non perché, magari qualcuno si stanchi di girare le pagine, ma perché ascoltare una voce che recita le parole di un librò, ti fa vivere la storia come fossi tu il protagonista, e non ci sono film che possano creare sceneggiature tali da superare la nostra fantasia nell'ascolto.