2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
"Gli appunti del Presidente" per lo più sono frutto dell'osservazione di eventi occasionali, come lo scoppio della condotta idrica nel grande quartiere popolare in cui abito, ma anche di personaggi come gli usurai minacciosi, con cui la famiglia ebbe a confrontarsi, o il romantico "Vuo' cumpra' " della spiaggia di Miliscola o ancora il vecchio avventore incontrato in una bettola di Genova.
Appartiene anche alla mia vita reale l'episodio dell'eclisse che riflette le confidenze dolcissime di una mia vecchia zia. Il libro si chiude con la poesia dedicata alla memoria di mio padre la cui mancanza ha segnato tutta la mia vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
A settantacinque anni suonati mettere insieme una raccolta di poesie, ripescate e rispolverate tra i tanti appunti conservati con affetto quasi geloso, è stato come rivivere emozioni e momenti della mia vita con un pizzico di nostalgia per il tempo passato, con tenerezza verso i personaggi rappresentati e con gratitudine verso mio padre che non ho conosciuto, ma che con le sue lettere mi ha fornito grandi lezioni di vita.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo di questa raccolta nasce così. Nel 2000 ero Presidente del Consiglio di amministrazione della Azienda di trasporto del Comune di Taranto e in tale veste fui invitato a Bologna per partecipare alla Conferenza e alla collegata mostra internazionale sul trasporto pubblico. Prima della partenza per l'aeroporto incaricai l'autista di ritirare, presso l'albergo dove alloggiavo a Taranto, la valigetta "24ore" che avevo lasciato in portineria. Per un disguido il bagaglio era stato riportato in camera e sistemato vicino alla borsa in cui conservavo le bozze di alcune poesie. Il bravo collaboratore, nel dubbio prese entrambi i bagagli.
Per la fretta di raggiungere l'aeroporto gli chiesi di conservare la borsa. Al mio ritorno a Taranto trovai sulla scrivania dello studio uno scatolo sigillato, contenente la borsa con un biglietto con su scritto "APPUNTI DEL PRESIDENTE". Mi è quindi venuto spontaneo intitolare così la mia raccolta.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"LA BIBBIA", perché vi è rappresentata tutta l'umanità nell'arco dei millenni, per generazioni e generazioni. Vi si trovano etnie diverse, personaggi, villaggi e città, passioni, vizi, virtù, l’amore, l’odio, l'invidia, la giustizia ed il suo contrario, i rapporti familiari e sociali le guerre ed il lavoro pacifico, la violenza e la dolcezza, l'amore per la natura e quello per gli animali, la povertà e la ricchezza, la sensualità, l'ebbrezza, l'indifferenza e la dolcezza. Tutto ciò mi aiuterebbe a non farmi dimenticare il mondo cui appartengo e mi terrebbe compagnia evitandomi il peso della solitudine.
6. Ebook o cartaceo?
La "comunicazione" e la "ricerca" di nuove modalità espressive non possono essere oggetto di limitazioni dogmatiche . Possono esprimersi solo preferenze soggettive e variabili a seconda di condizioni occasionali o delle abitudini individuali. Inoltre la logica commerciale non consente di trascurare alcuna richieste del mercato, comunque generata. Pertanto può dirsi che l'oggetto "libro" suscita seducenti ricordi ed abitudini, ma l'uso dell'Ebook , per la facilità di trasporto, consultazione e la multifunzionalità dei dispositivi si addice sia all' intensa vita dell'uomo moderno ed occidentalizzato che alla solitudine del "pastore errante in Asia".
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La vocazione ed il piacere di scrivere viene da lontano ed ha le caratteristiche di un hobby. Ho iniziato a scrivere a nove anni e prima qualche amico, poi alcuni insegnanti mi spronarono a continuare fino a partecipare al concorso di poesie del liceo che frequentavo e che mi valse la prima "targa" che ancora conservo. Non ho mai pensato ad una carriera artistica anche se mi ha lusingato l'apprezzamento ricevuto in vari concorsi di poesia e il constatare che altri potevano condividere le mie emozioni.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Finora non ho scritto romanzi, ho sempre prediletto la poesia che nasce dall'osservazione e dall'analisi di emozioni, sentimenti , carattere e aspetti di personaggi. Mi viene naturale, soprattutto durante le mie passeggiate, annotare qualcosa che mi colpisce particolarmente. Per esempio, nella poesia "pensieri a passeggio" ricordo la perplessità del barista alla mia richiesta di un caffè dalle più varie ed insolite caratteristiche enunciate un po' alla volta: ...un caffè... in vetro... con zucchero di canna... macchiato con latte freddo... una scorzetta di limone... non la fettina, solo la scorzetta... una spruzzata di cacao. Lui rimase interdetto, ma felice di aver accontentato un cliente un po' esigente.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Devo dire che la commozione e la tenerezza prodotta dall'evento fa diventare timidi: si accarezza la copertina, per quanto semplice possa essere, con la stessa delicatezza con cui si accarezza un bimbo, si inizia ad aprirlo e poi a sfogliarlo con sorpresa e rispetto pagina per pagina, poi si corre all'indice, lo si scorre col dito ripetendo i titoli elencati e poi lo si comincia a leggere come non lo si conoscesse, come si guarda un figlio che torna dal servizio militare: cambiato, cresciuto.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Devo dire che ho avuto la fortuna di condividere con mia moglie oltre mezzo secolo di vita in cui siamo riusciti a coniugare l'esercizio di professionalità diverse con gli interessi personali, culturali e familiari senza perdere la capacità critica e di ascolto. Pertanto mi è sempre piaciuto sottoporle i miei scritti sia per la sua pazienza, sia per la sua indiscutibile professionalità di materie letterarie.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho già espresso le mie idee in merito alla necessità di esplorare tutte le richieste del mercato per scoprire nuove nicchie di interessi utilizzabili commercialmente.
Non vi sono solo gli ipovedenti e i non vedenti, ci sono i momenti della giornata in cui si desidera l'ascolto di una voce che ci faccia sentire in compagnia, che quasi ci canti la ninna nanna, che ci racconti senza pretendere particolare attenzione. Pensate a quanti "pastori soli erranti in Asia" ci sono e quanti nel mondo trovano conforto nell'ascolto di una parola.