2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Un po’ tutto. Nel mio libro ho cercato di rappresentare la mia vita il più vicino possibile alla realtà, nonostante lo scenario improbabile. Per esempio ho lasciato i veri nomi dei miei compagni di classe come personaggi, e la maggior parte delle vicende narrate sono scaturite da qualcosa che è successo realmente e che poi ho rielaborato per renderlo compatibile al genere del libro.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato molto. Ho investito più fiducia in me stessa e nelle mie capacità, ho capito che se si lavora tanto alla fine i risultati arrivano, e sono bellissimi. Soprattutto mi ha fatto capire ciò che amo fare e ciò che ho intenzione di fare nel mio futuro.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Per la scelta del libro devo ringraziare un mio amico. Il giorno prima di iniziare a scrivere questo libro gli avevo raccontato un po’ la trama, ma gli avevo anche riferito i miei dubbi sul titolo. Volevo un titolo che spingesse le persone a dire "Bhe, deve essere bello!" e che le spingesse a approfondire la trama, ma non riuscivo proprio a trovarlo. Poi mi chiamò e mi propose "Another Worlds" e mi piacque immediatamente.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi porterei dietro uno dei libro della saga di Harry Potter. I primi "veri" libri che ho letto sono stati proprio di quella saga ed è grazie a loro che è nata la mia passione per la scrittura.
6. Ebook o cartaceo?
Penso che l'Ebook sia un modo per invogliare gli adolescenti a leggere, visto che ormai siamo sempre incollati ai telefoni, ma personalmente preferisco il cartaceo, perché niente è più bello della sensazione della carta sotto le dita o dell'odore di un libro nuovo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Veramente non ho mai deciso di intraprendere questa carriera, anzi, fino a qualche mese fa non avrei mai penato neppure di pubblicarlo questo libro. Poi, dopo averlo fatto leggere ai miei parenti, loro mi hanno spinta a provare perché avevo del talento, ed ora sono qui!
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo romanzo è nato da un momento di noia a scuola. Eravamo in classe durante un'ora di sostituzione e dei miei compagni di classe avevano iniziato a fare i buffoni, come capitava spesso. Proprio vedendoli iniziai a scrivere sul quaderno di italiano, giorno dopo giorno, le cose spiritose che capitavano in classe, finché non le unii con un'altra mia grande passione, lo spazio e l'universo. Una volta mi svegliai nel bel mezzo della notte dopo aver sognato una di queste scene buffe e mi misi a scrivere mezza addormentata il settimo capitolo.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
É una bellissima sensazione, mi rende soddisfatta e fiera di me stessa, perché mi sono imposta un traguardo e lo ho superato lavorando molto.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ovviamente la mia mamma. Lei è stata la prima a sapere tutto e mi ha sostenuta sempre, senza mai però interferire quando avevo un blocco o cose del genere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una cosa buona, soprattutto per chi magari non ha tempo di leggere ma ha la stessa voglia di completare un romanzo ad esempio.