2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
I fatti menzionati nel libro sono frutto della mia immaginazione. I luoghi che fanno parte della scenografia, hanno sempre esaltato e richiamato la mia attenzione, per la loro bellezza artistica e monumentale, che connotano la città di Catania.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Spesse volte ci troviamo, volenti o nolenti, ad ascoltare o a parlare dei problemi che l’essere umano deve affrontare nell’arco della propria vita. Problemi che a volte ci coinvolgono trainandoci verso una meta errata da dove a volte non è facile venirne fuori. Una di queste è la droga che distrugge l’esistenza dell’uomo conducendolo al degrado di se stesso e a volte alla morte. Attraverso questo mio racconto, desidererei evidenziare il male che si nasconde dietro e far risaltare gli ingranaggi esistenti nell’organizzazione. Pur tutto ciò, tale sistema non sempre è condiviso dai familiari, come si evidenzia nella famiglia Caponnetto. Spero che questo libro possa condurci alla riflessione e al buonsenso.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scena dell’omicidio ha richiamato la mia attenzione, tale da rimanere impressa nella mente. Ciò ha dato spunto al titolo del libro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Spero di non trovarmi mai in un’isola deserta. Se ciò dovesse accadere mi piacerebbe trovarmi in compagnia di diversi scrittori come Dan Brown, Matilde Asensi, Ken Follet ecc. per indagare sulla loro creatività e ideologia e sui loro best seller.
6. Ebook o cartaceo?
La tecnologia ha superato ogni aspettativa. Oggi il progresso ha schiavizzato l’essere umano, in un modo tale da occupare il maggior tempo della giornata a consultare computer, tablet, smartphone o quant’altro. Pertanto anche se amo l’informatica, preferisco il cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La creatività è in me, così come la passione per la scrittura. Qualunque occasione è buona per scrivere e manifestare pensieri e idee. Però, a coinvolgermi, a scrivere e a pubblicare il primo libro è stata la mia famiglia, mia moglie e i miei figli, con “Le avventure di Cippino”, libro per bambini, protagonista un passerotto. Storielle che raccontavo ai miei figli quando erano piccoli durante i nostri viaggi.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Immaginate di trovarvi di notte a transitare con l’auto una strada che comunemente di giorno è caratterizzata da un flusso intenso di auto, tale da muovervi a passo d’uomo, ma che vista l’ora tarda, è deserta e quindi potete percorrerla liberamente in tempi brevi. Lo stesso è per la nostra mente. La notte a letto quando non riusciamo a prendere sonno, l’intelletto, libero da pensieri e da interferenze, inizia a meditare e a riflettere su eventi o fatti memorizzati precedentemente. Così è nata la mia opera. Infatti una notte, dopo aver ascoltato dal telegiornale della sera precedente dell’arresto di alcuni narcotrafficanti, non riuscendo a prendere sonno, inizio ad elaborare la trama del libro e il percorso da intraprendere, dando un significato morale ai fatti e ai personaggi e criteri di giudizio al bene e al male.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Qualsiasi prodotto progettato, elaborato e venduto, ha un solo obiettivo: soddisfare l’acquirente. Così anche noi scrittori, nel realizzare la nostra opera, proviamo a creare qualcosa di originale e piacevole che possa gratificarci e appagare il desiderio del lettore. È ovvio che il nostro impegno è al massimo delle possibilità, non tenendo conto né del tempo che impieghiamo a danno della famiglia, né del tempo libero pur di raggiungere l’obiettivo, ovvero pubblicare il lavoro, diventato libro.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il libro è stata mia moglie, che mi è stata vicina durante il percorso, ascoltando con pazienza le mie idee e il mio progetto.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Così come ho risposto nella domanda precedente, la tecnologia porta l’uomo alla pigrizia e all’inadempienza. Se l’audiolibro, viene usato esclusivamente per necessità, ovvero per i non vedenti, sono pienamente d’accordo e lo condivido del tutto, ma se a farne uso è un normodotato, solo perché non ha voglia di occupare il proprio tempo con la lettura, allora esprimo parere negativo. La lettura aiuta a sviluppare la mente umana e ad acquisire padronanza del linguaggio e del lessico.