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BookSprint Edizioni Blog

28 Feb
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Intervista all'autore - Maria Antonietta Marocchi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Bologna, dove sono rimasta fino a 18 anni. Poi con la famiglia ci siamo trasferiti a Monterotondo, vicino a Roma per diversi motivi.

Mio padre aveva scritto con la sua macchina Olivetti nel 1973, il racconto della sua vita privata e del suo lavoro. Infatti si è occupato come capocantiere dei più importanti acquedotti italiani, fino ad arrivare a quello Istriano. A Capodistria, incontra mia madre, si sposano e diventano in seguito una famiglia di esuli, che lasciarono i loro beni, per Restare Italiani.
Dopo diversi anni dalla morte di mio padre, con il suo dattiloscritto, le foto d'epoca che aveva scattato, ho deciso di scrivere un libro con la storia della nostra famiglia, ma soprattutto aggiungendo molti capitoli, per narrare la tragica storia riguardante la tragedia delle Foibe dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. Per questo da anni vengo chiamata in istituti scolastici e programmi televisivi, che voglio approfondire questa pagina di storia, quasi assente nei testi scolastici.

 

2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ai giovani, prima consiglierei: "Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne, perché narra un'avventura bellissima, che passa per mondi lontani, con diverse culture. Poi "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen, perché i giovani che scoprono l'amore, con le sue delusioni e sofferenze, capiscano che invece porta anche molta felicità.


 

3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Contrariamente a quello che si dovrebbe pensare nel progresso che cambia, penso che il libro cartaceo è sempre meglio, perché si può vedere, toccare, cambiare pagina velocemente, andare avanti e indietro per rileggere alcuni passi e vedere foto. Questo è il mio parere.


 

4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Da molti anni pensavo modestamente di dare il mio contributo, per parlare dei fatti gravissimi accaduti, dopo la fine della guerra, nelle terre stupende dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia. Dopo diversi anni dalla morte dei miei genitori, e ritrovando un dattiloscritto di mio padre sulla sua vita, ho deciso di unire le due cose e formare un libro per narrare la storia di una famiglia di esuli, ma anche l'esodo di 350mila persone da quelle terre, e la fine di molti militari italiani nei campi di concentramento di Tito, dei quali non si narra mai. Per questo ho fatto molte ricerche in fonti ufficiali e ho riportato anche parti di altri libri, con lo scopo preciso che il tutto sia più conosciuto.


 

5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Mi ha spinto il grande silenzio che c'è stato sulla pagina di storia della quale parlo. Di come ancora nei testi scolastici dei nostri giovani, questa storia vera e atroce è assente o raccontata molto brevemente, mentre vorrei che venga conosciuta, perché la fine di molti militari, uccisi solo perché Italiani, come un mio parente poliziotto a Fiume, fucilato il 16 giugno 1945, con molti altri agenti, non può passare sotto silenzio ancora.


 

6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Al lettore, ripeto, deve passare il messaggio che gli esuli, sono Italiani due volte. Prima perché sono nati in terra che era Italiana, e la Seconda perché sono fuggiti per Restare Italiani.

Hanno sofferto molto, e ancora ora nel 2018, devono ottenere giustizia relativa, ai loro beni, con i quali sono stati pagati a Tito, i danni di guerra di tutta l'Italia. Sono stati ceduti territori, con Accordi non validi Non possiamo dimenticare che il debito di guerra è un debito nazionale. E la Convenzione di Ginevra (articoli 46, 47, 53) dice che per i territori ceduti (non dal privato proprietario, ma dallo Stato) l’espropriato ha diritto a un pronto, adeguato ed effettivo rimborso. Cosa mai concretizzatasi.

 

7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da piccola mi ricordo che scrivevo molto volentieri i temi scolastici, e ne ho ritrovati alcuni, dove guarda caso parlavo dei militari in guerra!


 

8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Gli episodi legati alla scrittura del libro sono tanti, perché ho avuto straordinarie coincidenze. Una soprattutto che racconto nel libro, riguarda la tragedia a Vergarolla, la spiaggia di Pola, dove trovarono la morte 100 persone, e 200 furono ferite. Ho scoperto che tra i molti bambini morti, una bambina con i suoi genitori, durante l'anno, abitavano a Monterotondo, vicinissimi alla casa dove abito. Non vi nascondo, la mia grande emozione.


 

9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ho mai pensato, durante la stesura del libro, di non finirlo.


 

10. Il suo autore del passato preferito?
Ne ho molti, ma nessuno preferito.


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia ottima, ma solo per le persone non vedenti e comunque che non riescono a leggere bene. Sarebbe bello anche spiegato in video, nel linguaggio dei segni: la LIS per le persone non udenti, alle quali per mia conoscenza, posso dire che non piace leggere.

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Mercoledì, 28 Febbraio 2018 | di @BookSprint Edizioni

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