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BookSprint Edizioni Blog

24 Feb
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Intervista - Miko Davoli Procopio

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo da un paese antico abitato prima di me da Leonardo da Vinci, Michelangelo, Caravaggio R. Piria, G. Marconi. Vengo dalla Città del Sole di Campanella, da una storia incredibile che con orgoglio mi appartiene; la proteggo e la difendo tutte le volte che la mia attività si intreccia con i legami di un passato glorioso della storia dell' uomo e che ricordo con la testimonianza culturale del mio impegno artistica, a chi se ne fosse dimenticato o ignora cosa significa essere nati in questa parte di mondo.

Quando si diventa scrittore, una domanda complessa, in genere si può solo decidere di diventare prima lettore e ciò implica che le conoscenze acquisite dalla lettura le proprie esperienze, ed emozioni abbiano poi il sopravvento sul silenzio e si decide di romperlo mettendo in mostra la propria esperienza sperando che le verità raccontate siano utili al confronto con altre idee.

 

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In genere non sono pianificati i tempi che dedico alla scrittura, questa avviene se circostanze luoghi ed eventi suscitano la sensibilità di registrarle e raccontarle cosi come avviene per il fotografo quando la disposizione di particolari condizioni catturano la sua attenzione e la sua fotografia.


 

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Tutti gli autori senza tempo che raccontano verità senza tempo. G. Orwell e mio fratello


 

4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata da una condizione umana particolare, sono contemporaneamente padre e nonno dei miei figli ancora bambini e non avrò il tempo di seguire per molto il cammino della loro vita.

Ho voluto indirizzare loro una lunga lettera, indicando con molti segnali, che ho posto sui bordi lungo la strada del loro futuro.

 

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo… alcune sollecitazioni culturali nascono dall'interazione e dai rapporti relazionali con ciò che ti circonda, persone e cose.


 

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Si può evadere facendo appello alla fantasia raccontando mondi fantastici, oppure essere immersi dentro problemi stringenti nella realtà della vita vera.


 

7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Quando per motivare le proprie scelte si decide di uscire allo scoperto, si pubblica insieme al libro il proprio autentico ritratto.


 

8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tutti coloro che sotto la spinta della propria volontà perseguono nello sforzo di lasciare un mondo migliore per quelli che verranno dopo di noi.


 

9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A degli adolescenti entusiasti di conoscere altre verità diverse da quelle stantie e preconfezionate.


 

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Oggi attraverso il Computer diventato ormai la Coscienza Universale dell'Essere, L'Ebook e un formidabile mezzo che permette e agevola la propria libertà di scelta, nell'autonomia di decidere chi, cosa, come e dove scegliere di agire con atto semplice come leggere un libro


 

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tra le tante è la domanda che più preferisco. L'audio libro è la modalità con cui si rappresenta, richiama la memoria del Teatro Antico Greco dove attori e scene davano risalto all'unico elemento attivo della rappresentazione che era la Voce, oggi l 'audiolibro avendo eliminato gli orpelli della rappresentazione scenica obbliga il lettore ad ascoltare: dall'esercizio più potente dell'Uomo cioè il verbo per conoscere, imparare ed emozionarsi ascoltando storie e racconti come i viandanti cantastorie o i vecchi banditori che portavano a conoscenza nelle piazze notizie e informazioni d'interesse pubblico.


 

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Lunedì, 26 Febbraio 2018 | di @BookSprint Edizioni

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