3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Raffaele Cantone presidente dell'Anac e leggo libri di diritto.
4. Perché è nata la sua opera?
L'opera è nata per la portata innovativa dell'articolo 319 quater; da questo articolo comincia una nuova concezione del reato: si responsabilizza anche chi subisce il reato trattato, tant'è che ne potrebbe diventare concorrente al reo e con esso punibile dalla legge.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui sono cresciuta è un contesto difficile in cui è rischioso perfino fare una denuncia per un torto subito. Di questo contesto presto uscirà il mio secondo libro.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per raccontare la realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me c'è tanto nelle riflessioni conclusive. E poi c'è un'utopia: norme premiali nei codici.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, una giovane avvocatessa di Napoli che mi ha preparato alla tesi di laurea.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Vito Pacelli.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Si, il futuro è digitale.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Va bene per i romanzi ma non per i saggi forensi.