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12 Lug
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Intervista all'autore - Raoul Bruschini

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Liberare l'anima. Rimanere fedeli a quanto ci ha lasciato scritto Jean Guitton:"Non mi interessa avere delle opinioni, tutti ne hanno. Un'opinione è alla portata di tutti. Avere delle idee, ecco quello che è difficile e dunque raro."



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Un romanzo, sia pur breve, è sempre un po' autobiografico. In tutti i personaggi del mio racconto c'è molto del sottoscritto. In Edgardo, in Markus, in Gilberto, in Ivan e perfino in Brigit (dal lato psicologico).



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Non sono più giovane. Da tempo sentivo l'impulso per la narrazione e quando ho smesso di lavorare ho finalmente trovato il tempo per la scrittura. E' stato il classico "sogno nel cassetto".



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo "WAGNERIANA" è stato immediato. Sta a significare che tutto ruota spiritualmente attorno alla possente musica di Wagner, così densa di riferimenti ormai perduti in questi insignificanti e acidi tempi odierni.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

I fratelli Karamazov di Dostojevskij. La grandezza di questo romanzo, penso sia difficilmente eguagliabile. Anche se l'ho letto già due volte, credo ci sia sempre da imparare e meditare.



6. E-book o cartaceo?

Non sono particolarmente ferrato in elettronica, però il piacere di leggere un libro per me lo dà soltanto lo stampato, e sentire il profumo della carta.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non credo di avere intrapreso la carriera di scrittore. Forse è tardi.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Volevo esprimere il disgusto che si prova nel raffrontare la vita dei nostri genitori o nonni, con quella della mia generazione, o peggio ancora con quella seguente. La non consapevolezza del recente passato, sprofonda l'attuale società in un vuoto esistenziale che ha poco di umano. Il personaggio di Gilberto è vissuto realmente e per noi giovani di allora ( e per chi avesse voluto ascoltarlo) è stato una rivelazione.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Emozione e adrenalina.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia moglie Franca.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ripeto quanto scritto al punto 6.

 

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