3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Nonostante ad oggi, le mie ricerche personali siano dedicate ad argomenti socialmente impegnati, riprendere in mano il vecchio materiale e impostare il libro su canoni semiotici propri della mia ricerca contemporanea, si è rivelato un piacere unico. La narrazione storica, di facile divulgazione, nasconde tra le righe molti messaggi interessanti per la comunicazione, la sociologia e la psicanalisi, si è trattato di cercare le intenzioni dietro il logos, spesso dietro eventi apparentemente marginali si cela la verità. Inoltre, credo che in un mondo così devastato, raccontare l'evoluzione degli uomini attraverso un percorso di estetica, possa offrire al lettore input positivi.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Mi sarebbe piaciuto aggiungere un sottotitolo: talking heads, ma poi ho ritenuto che di tutti questi inglesismi la storia italiana non ne ha bisogno.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Direi che Aristotele potrebbe andare bene: anima, logica, etica.
6. E-book o cartaceo?
Fino ad ora ho pubblicato 5 e-book e di cartaceo solo qualche articolo, per cui la scelta è senza dubbio quella cartacea... il tempo che passiamo incollati alla tecnologia sta veramente diventando troppo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Raccogliere, attraverso la scrittura, il frutto di anni di ricerche nell'ambito delle scienze delle comunicazioni, è una soddisfazione che finché svolgevo il mio lavoro nelle scuole secondarie superiori non mi era permessa. Quando ho completato la stesura di un saggio: Sistemi linguistici non verbali e campi semiologici extra verbali, mi sono accorta che sarebbe stato fantastico, scrivere, a esempio della teoria, un piccolo libro sul linguaggio dell'acconciatura, codice che appartiene al grande linguaggio della moda.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro è frutto di una ricerca storica iniziata in giovane età, mi riferisco ai mitici anni '80 del secolo scorso, in una città quale Firenze culla della new wawe e della moda. Quando il professore Pio Baldelli, docente di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa, propose a me e un'amica la conduzione di un gruppo di studio universitario, da vere pioniere scegliemmo proprio la storia dell'acconciatura analizzata da un punto di vista della comunicazione per lo svolgimento del seminario che ebbe molto successo. Vorrei spendere due parole per onorare un grande filosofo deceduto, il professore Massimo Baldini, il quale dal 2000 al 2006 ha dedicato i suoi ultimi libri proprio all'acconciatura, ricordo: "I filosofi le bionde e le rosse".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Devo riconoscere che il team che si è occupato dell'edizione mi ha fornito grande soddisfazione, dalla redattrice al grafico che mi hanno dedicato una paziente e puntuale collaborazione, in sintesi credo che sia venuto un ottimo lavoro. Potrebbe rappresentare il primo passo per giovani che hanno voglia di approfondire e completare la ricerca.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia amica Patrizia Bessi, insegnate, autrice e critica d'arte ha seguito l'evoluzione del libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono pienamente d'accordo, questo homo videns contemporaneo deve ogni tanto riposare la vista ma mai discostarsi dalla conoscenza, la letteratura, la chiarezza...