4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho sempre avuto ben chiaro il titolo che volevo dare al mio libro, anche perché avevo ben chiaro in testa cosa volevo scrivere.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
“Uccelli di Rovo” perché è un libro pieno di passione dove i sentimenti ti avvolgono come un abbraccio.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo senza ombra di dubbio, la mia casa è la succursale di una libreria.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre amato scrivere, la prima volta che ho provato a scrivere un romanzo avevo tredici anni. Poi mi sono ritrovata a casa senza un lavoro e purtroppo quando ti proponi alla mia età i mondo del lavoro si rivela assai avaro. Così mi sono detta proviamo a reinventarsi, così ho provato a conciliare un sogno in un cassetto con il desiderio di essere ancora capace di fare qualcosa del mio tempo e delle mie capacità.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo libro nasce dalla mia passione per i gialli e per gli intrighi. Poi ho un marito che mi stuzzica sempre chiamandomi Jessica Fletcher. Così gli ho detto vedrai cosa ti combina adesso la J. F.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una vera emozione, poi vederlo impaginato con la sua copertina ti dici non so se verrà apprezzato ma ci ho messo l'anima e ci sono riuscita, ed è già molto.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia figlia. Posso proprio dire che è stata la mia cavia. Se non tediavo lei che è giovane magari riuscivo a catturare anche l'interesse degli altri.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai fatto questa esperienza, dunque non posso esprimere un giudizio. Ma per me avere un libro fra le mani conta molto. Quando vedo uno stand di libri non so resistere.