3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Dare forma a tutti gli scritti che da tempo ho accumulato, è un'esperienza che aiuta a prendere coscienza delle capacità che ciascuno possiede, anche quando manca un po’ di fiducia e sicurezza in se stessi e non sempre si è ottimisti.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo per me è sempre stata questa. Quando, tempo fa, ho radunato i miei scritti che man mano ripiegavo in un libro ed ho avuto il primo computer, ho iniziato a trascriverli e la prima cosa che ho fatto, ho dato questo titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il Vangelo perché è la Fede che mi sostiene. Andrea Vitali, un po' di leggerezza e simpatia. Alda Merini, amore, passione, follia. Pablo Neruda, romantico, reale, geniale.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo, è bello ritrovare subito un capitolo, una sottolineatura, un'impressione tangibile. E-book pratico per letture veloci, semplici e magari meno costose.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia non può ancora definirsi una carriera, né una decisione. È un approccio con il mondo dell'editoria. La strada da percorrere è lunga, ci vogliono capacità vere, supporti incoraggianti e certamente anche un po' di fortuna.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Suppongo di aver iniziato a scrivere poesie per la voglia di raccontare ciò che provavo nel cuore, soprattutto i sentimenti dolorosi. Una notte, piangevo ormai da ore per l'indifferenza che avevo intorno nei miei confronti, mi sono alzata a pieri scalzi e al semi buio, ho preso un foglio di velina che avevo in giro e ho cominciato a scrivere delle difficoltà che avevo in famiglia. Non cercavo rime, parole elaborate o difficili, mi venivano pensieri e lacrime insieme. Ho iniziato così.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ovviamente soddisfazione e piacere. Io ho scritto questo libro nella speranza di essere capita e inoltre che possa permettere a chi lo legge di riscontrare qua e là le medesime emozioni che ho provato io e comunicare, come è successo a me, la capacità di superare le difficoltà man mano che si presentano.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio nipote diciannovenne.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che sia un'ottima soluzione in quanto si può ascoltare ormai dovunque, senza doversi portare appresso libri o tablet, ecc... Inoltre è accessibile anche alle persone con difficoltà visive.