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28 Apr
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Intervista all'autore - Paolo Rossi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

È come avere un’amica a cui confidare i propri pensieri, emozioni, preoccupazioni, gioie, sentimenti. Nel momento che butto su carta i miei scritti viene coinvolta un'emotività interna che mi fa vivere in un mondo irreale tra sogni e realtà.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

È sempre presente la vita reale e tutto ciò che accompagna il mio cammino di scrittore. Non ci si può distaccare dal mondo reale se si vuole veramente comunicare. Chi scrive, ma questo vale in qualunque forma d'Arte, deve trovare la giusta sintonia ed equilibrio in modo che il fruitore possa comprendere in pieno i percorsi che hanno portato alla realizzazione dell’opera.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È come liberarsi di qualcosa di intimo e nello stesso momento realizzare un filo che mi collega a chi leggerà ciò che ho scritto. Un' emozione interna che non si può descrivere: l'importante è mettere tutto se stessi, senza nascondere nulla.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta è stata immediata: qualcosa che si sente spontaneamente mentre scrivi o quando rileggi il tutto.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Sono indeciso tra un bel libro di poesie di Prévert o "Storie di ordinaria follia" di Bukowski. La scelta senza un perché specifico.



6. E-book o cartaceo?

A chi afferma che il libro stampato va scomparendo, replico che il fascino del cartaceo rimane e credo che non morirà mai o ci vorrà ancora molto tempo. Non a caso vari sondaggi e dati lo confermano: in Italia si stampano circa 68.000 libri all’ anno a testimonianza che gli italiani amano scrivere più che leggere... L’ e-book ha comunque un ampio mercato, ma credo che ancora molti preferiscono il cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non si decide di intraprendere la carriera di scrittore, anche se ho pubblicato tanto in diversi campi. È la voglia interna di comunicare, quella di essere una radio accesa a tutto volume ed essere soprattutto comprensibile a tutti.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Ogni libro scritto non ha avuto una storia precedente. All’ improvviso si sente qualcosa che ti suggerisce di scrivere su quell’ argomento. In particolare questo libro è legato ad eventi tristi della mia vita ed a particolari momenti che il lettore scoprirà man mano.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una sensazione unica. Da giovane amavo trascorrere le mie giornate in tipografia tra il frastuono delle macchine da stampa e l’odore acre degli inchiostri. Ogni volta che alla fine vedevo "il pubblicato" era una emozione indescrivibile ed era come qualcosa di te che si fosse staccata per essere di tutti.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Io scrivo senza far leggere nulla a nessuno in anteprima. Del resto non ho mai avuto una persona di riferimento a cui far leggere prima di darli in stampa.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non credo che abbia una confine ampio. Forse per la poesia potrà avere uno spazio maggiore ma per la narrativa penso che il leggere resti il miglior modo per assaporare il narrato e che questo ci conduca per mano in tutto il percorso sino alla fine.

 

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