3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il mio obiettivo, attraverso questo libro, è quello di far ritrovare alla società di oggi le sue radici. Tra i ritmi frenetici del lavoro e dello studio abbiamo perso completamente tutto ciò che in passato era fondamentale. L'uomo di oggi preferisce piaceri effimeri alla serenità perpetua. I valori sono messi da parte, accantonati in un angolo. Dobbiamo rispolverare queste grandi virtù, farle di nuovo il centro della nostra vita. Grazie ad esse riusciremo a vedere tutto in modo più chiaro, e sicuramente la solitudine, sentimento visto oggi negativamente, inizierà ad essere un vero arricchimento.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stato un vero e proprio combattimento di pensieri. "Alla ricerca del nostro specchio" è il frutto di molte rielaborazioni. Inizialmente avrei voluto usare delle parole che richiamassero il contenuto presente all'interno del saggio o comunque qualcosa che potesse richiamare il tutto. Alla fine però ho preferito vederla in modo diverso: i valori risiedono nella parte più interiore di noi, sono parte del nostro essere, per questo ho deciso di usare le parole "nostro specchio". Mi è piaciuto immaginare il lettore "specchiarsi" nelle mie parole e vedere finalmente se stesso, come se appunto fosse una vera "ricerca" del suo "io". Da questi ragionamenti logici fusi all'immaginazione è nato il titolo di questo libro, che a primo impatto può sembrare strano, ma se visto in modo giusto sono sicuro che rappresenti perfettamente il mio lavoro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'isola deserta sicuramente vorrei con me una copia dell'ultimo libro di Alessandro D'Avenia "L'arte di essere fragili". Può sembrare ambiguo, ma anche se fossi solo, in preda al panico e in mezzo alla natura selvaggia, non vorrei sicuramente dimenticare l'umiltà e la mia ragione di vita.
6. E-book o cartaceo?
Sicuramente cartaceo! Al giorno d'oggi siamo circondati da nuove tecnologie che cambiano in continuazione senza mai darci un attimo di tregua. Avere con sé un libro cartaceo ci può far estraniare dal mondo in cui ci troviamo facendo lavorare la nostra immaginazione in modo vivido, sensazione che secondo me un libro virtuale non potrà mai avere.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Fino a 3 anni fa non avrei mai pensato di scrivere. Odiavo l'idea di argomentare o raccontare la mia vita attraverso delle parole scritte in una pagina. Alla fine del secondo superiore, però, sono stato obbligato a recuperare Italiano in quanto la mia professoressa riteneva il mio modo di scrivere insufficiente. Da lì ho iniziato ad andare a ripetizione, come tutti fanno, e ho iniziato ad amare la scrittura. La persona che mi ha aiutato in questo recupero è diventata una delle più importanti nella mia vita, quasi come una seconda madre. È riuscita a tirar fuori il meglio di me facendomi scoprire che amo scrivere con tutto me stesso. È grazie a lei se sono riuscito a realizzare il mio sogno.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non è un romanzo.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il mio lavoro finalmente realizzato mi rende veramente fiero di me, qualcosa di indescrivibile. Dare forma ai miei pensieri è stupendo. Il paragone perfetto che ho sempre immaginato è la nascita di un bambino, una vera gioia. La stessa sensazione io la provo attraverso la scrittura, essa fa nascere le emozioni dell'autore, ma a differenza della vita umana la scrittura rimane tutta la vita.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata anche colei che mi aiutato a scoprire la mia passione. Debora mi aiutato anche nel riordinare i miei pensieri per poi dargli vita vera e propria, infatti è una delle persone a cui il mio libro è dedicato.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è sicuramente un modo nuovo per poter permettere a chi non può leggere attraverso gli occhi di farlo attraverso le orecchie. Da questo punto di vista l'audiolibro è una tecnologia stupenda, anche se io preferirei leggere direttamente alla persona impossibilitata il libro in questione.