3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere si è rivelato essere un esercizio di stoicismo critico da una parte, ed insieme impegno morale, puro (quasi) spirito di servizio e volontà di riscatto.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo , visto l’argomento trattato, è avvenuta in modo quasi immediato e naturale.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Francamente non saprei, la scelta, se esclusiva, mi rende perplesso e mi imbarazza; esistono tanti scrittori che sento a me vicini. Fra i tanti, sicuramente “Il Tempo in posa” di G. Bufalino, edito da Sellerio, per essere un libro non solo siciliano.
6. E-book o cartaceo?
Trovo entrambi i formati validi; riterrei che si completino a vicenda.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho intrapreso alcuna carriera di scrittore; avendo trattato un argomento di estrema attualità, spinto dalla voglia di capire, ho semplicemente provato, con sorpresa ed orgoglio insieme , a rendere pubblico il mio scritto.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Atteso che si tratta di un saggio, riprendo a dire che l’idea, se così si può dire in questo caso, nasce da un “bisogno” che è quello di sottrarsi alla capitolazione della dignità offesa , cercando di reagire, capire e tentare di parlare alle coscienze sopite, per ridestarle dal torpore e dall’abulia. Aneddoti ? Non ce ne sono; basti il fatto di dovere oggi indebitarsi per pagare tasse e servizi dai costi assurdi ed una classe politica , assolutamente colpevole, che rimane quasi indifferente.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Mi sfugge il dato emotivo, dal momento che mi sono accorto solo alla fine, dopo mesi, che gli appunti trascritti in maniera non proprio finalizzata , potevano servire per la stesura di un manoscritto completo ed organico.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il testo è stata una cara amica, alla quale avevo dato una copia “grezza” ma quasi completa. Mi ha incoraggiato, avendolo letto, a farlo pubblicare. La chicca è che lo lesse sapendolo attribuito ad altro autore , di mia fantasia, e lo definì molto interessante! Alla fine appena le spiegai la sostanza delle cose, non riusciva a crederci.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un approdo interessante, che educa alla lettura ed alla scrittura di un testo. Tecnologie a parte, credo sia importante che prevalga però una formazione di base, molte volte assente, nonostante la padronanza disinvolta dei mezzi strumentali e perfino ,a volte ,di una lingua straniera (capita anche che si richieda l’inglese a chi debba svolgere mansioni non proprio rilevanti). Occorre, a mio avviso, attribuire la giusta importanza ai vari ambiti di attività, per valorizzare al meglio le famose risorse umane.