2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La tecnologia aiuta parecchio. Inizialmente usavo un Olivetti con Windows 95, ora ho un telefono che contiene un programma di video scrittura. All'inizio scrivevo a casa, di solito appunti, ora con l'aiuto della nuova tecnologia scrivo ovunque: in sala d'attesa seduto su una scomoda poltrona, oppure al tavolo d'un bar con un caffè di fronte, appoggiato al muro della stazione, seduto sul divano o durante la pausa pranzo; accendo il telefono e prendo appunti. Di solito non presto molta attenzione alla punteggiatura e il risultato è pressoché incomprensibile agli sconosciuti, sembrano frasi senza senso, in realtà sono brevi racconti che prendono corpo. Spesso rileggo e sistemo l'obbrobrio scritto poco prima, taglio e incollo, rileggo e continuo finché non ottimizzo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Clive Cussler.
4. Perché è nata la sua opera?
Nel 2001 ero in ospedale e ho scritto parecchio anche durante la convalescenza. Non sapevo ancora che da tutti quei racconti potesse nascere un romanzo. Come al solito ho usato un programma di video scrittura e con i comandi “taglia” e “incolla” ho creato una traccia. Rileggendo spesso son giunto alla fine. Lo spunto m'è venuto anche da banali fatti della vita quotidiana, ovviamente romanzati.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il “Muro degli eroi” è una storia di guerra, perciò vedendo i reportage di molti conflitti sparsi per pianeta, nasce l'idea di guerra crudele. Potrei dire che l'ispirazione m'è venuta dalla televisione o da YouTube. Il contesto sociale ha influito, anche se non determinante, anche il servizio militare ha dato inizio alla mia conoscenza.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Descrivere il futuro che verrà non è una cosa campata per aria come qualcuno crede. Jules Verne ha descritto il Nautilus almeno dieci anni prima del varo del primo sottomarino da guerra e in Star Trek son comparsi i primi cellulari. La fantascienza anticipa i tempi o li condiziona? Cerco sempre di creare scene con uno occhio al realismo. I robot sono una realtà e nel futuro che vorrei mi immagino i cyborg che reclamano i propri diritti con scioperi. Mi ispiro alla realtà del presente per creare il futuro.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel mio romanzo c'è qualcosa di me soprattutto nel sarcasmo. Poi c'è qualcosa che non vorrei mai essere, come la crudeltà. Il finale m'è venuto ispirandomi alla lista della spesa che mia moglie aveva scritto. Parole abbreviate e numeri, un vero rompicapo interpretare il codice. Ecco come nasce la tortura finale.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ce ne sono tante di persone importanti che non saprei da chi cominciare. Farei un torto se ne dimenticassi uno. Ringrazio tutti. Stando sul vago evito figuracce.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Quando ho scritto “Il muro degli eroi” la prima versione, un po' incompleta, l'ho fatta leggere a un mio ex compagno di scuola, Antonio. Il suo parere e qualche consiglio mi han aiutato a concluderlo e a pubblicarlo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
I libri in digitale sono importanti per poter leggere ovunque senza riempire la borsa di carta ingombrante e pesante. L'elettronica permette di avere una biblioteca a portata di clic, contenuta in un tablet. Praticità! Mentre il cartaceo ha un fascino più materiale, un libro lo sfogli, lo consumi toccandolo e lo collezioni. Autografato? Perché no?
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne ho sentito parlare. Al momento mi sembra prematuro commentare e esprimere un giudizio. Però è un traguardo importante, mi fa venire in mente i cantastorie del medioevo. Omero raccontava l'Iliade. Non semplice dire di più.