2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso, la poesia è come un ladro: se non lo prendi nel momento del furto ti porta via le cose più preziose, perdendole per sempre. Ci sono istanti di vita quotidiana che vanno fotografati tra le rime, sia vissuti da me che da altri, perché il poeta è un essere fragile, si fa carico della tristezza o dell'amore di questa umanità.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito, leggo qualsiasi libro possa ispirarmi, il mio genere principale è il mistero, ma ho letto anche racconti d'amore e logicamente poesie di vari autori sia essi contemporanei che passati.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché avevo bisogno di trovare un modo per lenire il dolore che avevo dentro,un dolore che spariva ogni volta tra i semplici versi di una poesia.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo, la solitudine è sempre stata la mia fedele amica, non essere accettato per ciò che indossi o per il tuo aspetto esteriore (a nessuno importa la bellezza interiore) ti lascia ferite che non guariscono in pochi anni. Ringrazio quel mare, quelle onde che sono riuscite a far emergere il male da me, altrimenti sarei annegato in me stesso, nella perdita di mia madre, nelle avversità di questo mondo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. Il poeta deve per forza estraniarsi dalla realtà in cui vive, perché l'anima lo chiama a sé e gli porge dei fogli scritti, quando rientra nel mondo reale li legge e intuisce che gli è stata appena consegnata un'esperienza, sia essa bella o brutta, di vita appena vissuta.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Quasi tutte le mie poesie sono autobiografiche, la presenza di mia madre si fa sentire in quasi tutti i versi, intrappolata dolcemente per preservarne la memoria, alcune sono dedicate ad amiche affrante perché lasciate dal proprio fidanzato e mi chiedevano di scrivere una poesia per far sciogliere i loro cuori e ci riuscivano.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, Ivana che mi ha seguito passo dopo passo con molta pazienza e professionalità, Maurizio per la cura della copertina e tutti voi che con diligenza state realizzando il mio sogno. Grazie di cuore
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Sono stato sempre un po' scettico nel farlo leggere e cercavo di tenerlo come un diario segreto, poi ho incontrato Franco, Pina e i loro due figli Simone e Sara, che organizzavano nel loro giardino serate di poesia, così mi sono fatto avanti, ho rotto quell'imbarazzo, quella segretezza e grazie a loro la mia vita può essere condivisa da tutti.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’book?
Può darsi, in un mondo che si avvia sempre più verso il digitale non mi stupirei se un giorno non avremo più il piacere di sfogliare il vecchio libro di carta (riciclata senza arrecare danno alla natura) e sentirne l'odore o il fruscio delle sue pagine quando vengono girate.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrebbe essere utile per chi vuole leggere il suo autore preferito mentre sta guidando o semplicemente seduto in poltrona con gli occhi chiusi e immaginare di esserne il protagonista. Sarò antico, ma preferisco il cartaceo, ho letto libri dove mi soffermavo più volte per riuscire a captare l'essenza di ciò che vi era scritto.