Ancor di piÚ mi è stato dato da bambini come Pierina, Claretta, Joe, Lucien, e altri ancora, che non chiedevano molto, solo "di aiutarli a far da soli". Un importante esperienza è stata il programma Leonardo da Vinci, in Germania, dove ho lavorato con le associazioni giovanili, soprattutto riguardante il disagio sociale.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere questâopera.
Significa ricordare quegli occhi che parlavano attraverso le lacrime, quel rossore e timore di essere giudicati dai compagni, da educatori, da mamma e papĂ ...Ricordare quelle poche parole: "Aiutami a capire, voglio far felice mammaâ. Ă un mestiere non semplice il docente, bistrattato, non considerato professionista. Il docente istruisce, ma sa ascoltare, si emoziona, soffre in silenzio, e sorride perchĂŠ da che quel SORRISO è una speranza, anche fosse una goccia in mezzo al mare.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non molto, volevo dare una idea semplice, un aiuto per capire che si esiste il modo per aiutare chi ha difficoltĂ nell'apprendimento. E che non sempre vale la regola della vergogna. E sĂŹ perchĂŠ ci si intimidisce se non si sa leggere. O scrivere. E si finisce con l'essere "svogliati..." Bene e se dicessi che Tom Cruise è dislessico? E ve ne sono altri, c'è solo un modo diverso di apprendere: tutto qui. Questo bisogna insegnare, e se non c'è il computer, câè l'aiuto del compagno.
5. In unâipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sĂŠ? O quale scrittore? PerchĂŠ?
Porterei un libro di fiabe e favole da condividere con gli animali del posto. ChissĂ , magari incontro i folletti o gli gnomi di Biancaneve.
6. E-book o cartaceo?
L'e-book può essere utile ma non per sempre. Il cartaceo rimane, e funziona senza elettricitĂ . Ho letto "La solitudine dei numeri primiâ in tre notti e tre giorni, cartaceo. Per leggere invece un libricino di poche pagine ma e-book, ho messo, una settimana: si stancavano gli occhi. Però ai miei alunni serve di piĂš l'e-book, e l'audiolibro è una risorsa preziosa.
7. Quando e perchĂŠ ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Carriera? Oh no. Non penso che lo sarĂ , non per ora almeno. Mi piace dare un contributo per qualcosa in cui credo.
8. Come nasce lâidea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una piccolina esce da scuola e abbraccia il nonno. La nonna si avvicina a me, tirocinante e sussurra: "La Ciccia non è che non sa leggere, vede onde al posto dei segni, proprio come me". Era il suo modo di chiedere aiuto, ero tirocinante ad Urbino, e quegli, occhi mi hanno sempre sorriso.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ă molto gradito.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia professoressa.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dallâaudiolibro?
Un'opportunitĂ che dovrebbe essere piuttosto sviluppata a scuola e nella societĂ .