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18 Giu
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Intervista all'autore - Jennifer Atzori

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

La scrittura per me è diventata una passione, diciamo che è il mio modo di sfogarmi. Scrivere per me è poter dare spazio alle mie idee, qualunque esse siano. In quanto alle mie emozioni, posso dire che a volte mi piacerebbe far parte della storia, perché in certi momenti quasi riesco a viverla, e qualche volta mi sembra anche più bella della realtà.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Potrei dire quasi niente, a parte forse un po’ dei miei sentimenti. Ho l'abitudine di scrivere in base ai miei stati d'animo, e se io sono arrabbiata, triste o felice, lo sono anche le protagoniste. Perché per me è impossibile scrivere qualcosa di allegro se invece sono triste, e per questo credo che il libro rispetti praticamente quasi tutte le mie emozioni.




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Per me ha significato dare sfogo a tutta la mia fantasia, è stato importante pensare di passare dall'altra parte, io abituata a leggere ora stavo davanti a quella tastiera del pc a creare una mia personale opera con i mie personaggi e mie luoghi; ero io che potevo decidere i loro nomi, cosa fargli dire, come vestirli, cosa fargli fare.. una sensazione fantastica, di piena libertà! Quando scrivi ti senti un po’ tutto in un unica persona, regista, sceneggiatore, pittore...



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo non è stata poi così semplice, perché volevo un titolo che rispecchiasse tutto il racconto, e a dire la verità avevo poche idee. Ma alla fine quando sono riuscita a finire il racconto, la scelta mi è venuta molto più facile.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Se fossi in un isola deserta sceglierei di certo "Evernight" il primo volume della saga di Evernight, di Claudia Gray. Lei è la mia scrittrice preferita, e in quel romanzo ho trovato tutte le qualità che più amo in un libro.



6. E-book o cartaceo?

Sicuramente cartaceo. Per me i libri in e-book non sono libri veri e propri; leggere con un libro tra le mani, poter sfogliare le pagine, mettere i segnalibri, o addirittura sentire il profumo della carta, tutto questo non avrebbe senso con e-book. È come, facendo un paragone, avere centinaia di amici "virtuali" in Facebook che ogni tanto ti mettono un “like” ma l'amico vero è quello che ti sta accanto nei momenti difficili o quelli belli a dieci centimetri da te e non dietro un pc... ecco questa per me è la differenza tre un libro cartaceo ed un e-book.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non ho mai deciso di diventare una scrittrice, ma l'idea mi piace molto. Diciamo che avevo tentato di provare a scrivere un libro vero e proprio, ma diventare scrittrice non mi era mai passato per la testa. Se un giorno dovessi diventare davvero una scrittrice, lo farei perché scrivere mi appassiona, non per altre ragioni.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea del libro è nata grazie a mia madre. Quando avevo dieci anni scrivevo raccontini di una ventina di pagine e li regalavo a mio fratello. Poi mia madre mi ha convinto a scrivere un vero e proprio libro, perché secondo lei avevo talento. Ho iniziato a scrivere come passatempo, poi la storia che scrivevo ha iniziato a piacermi sul serio e allora non ho più smesso. Per scrivere il libro ho utilizzato il pc di lavoro di mio padre, approfittando dei suoi momenti buca nel suo ufficio, e ogni volta che lui rientrava e dovevo cedergli la poltrona mi diceva: “A che punto sei con il libro che lo facciamo pubblicare?” Io lo sempre presa come una battuta (anche perché il libro per me era una cosa mia e scrivevo solo per me per il gusto di farlo). A libro concluso ha fatto una stampa di prova e si è interessato davvero per farlo pubblicare e infatti...eccoci qui!



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Per me è un sogno che diventa realtà. Quando ho finito il mio libro, ho pensato che era stato bello fare quell'esperienza, ma non mi immaginavo che sarei arrivata addirittura a pubblicarlo. Credo che sia davvero un grande traguardo e una bella opportunità, perché non capita tutti i giorni di vedere il proprio libro stampato e in vendita, soprattutto per me che sono solo una ragazzina.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La prima persona a leggerlo è stato mio padre: voleva sapere cosa avevo scritto e conoscere la storia. Alla fine si è interessato moltissimo e il libro gli è piaciuto tanto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Mio padre mi dice che sono cresciuta con gli audio libri, quelli in musicassetta abbinati ai libri cartacei, ora ovviamente i tempi moderni impongono MP3 e sinceramente non ho idea di come possa essere un romanzo ascoltato. Senza dubbio può essere una valida alternativa in certi casi, ma data la mia passione sfrenata per la lettura, certamente preferisco leggere un libro da me che ascoltarlo letto da altri, perché quando leggi dai una tua personale interpretazione del protagonista, del luogo della storia, il tutto legato a quello che l'autore ha voluto dire o descrivere e col tocco della tua immaginazione... questo secondo me lo si può vivere solo se leggi tu.

 

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Sabato, 18 Giugno 2016 | di @BookSprint Edizioni

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