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16 Giu
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Intervista all'autore - Giorgio Pasquini

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me è un percorso fra ricordo e fantasia. Perché scrivere e non semplicemente ricordare o meditare? Quando scrivi emerge fra i tanti solo un mondo: quello di cui stai scrivendo e chi scrive diviene un semplice strumento di quella realtà-finzione che vuole emergere con prepotenza. Quindi, a secondo del momento, le emozioni sono le più varie: malinconia e rimpianto, incazzatura, gioia ecc… La cosa difficile è farle emergere e trasformarle da emozioni impalpabili a "parola scritta".




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Una volta ho scritto: "Ricordare un fatto o una persona è spesso cosa molto diversa dal fatto o dalla persona che si ricorda. Credo che quando ricorda, la persona sia molto diversa da quella che era quando ha vissuto quell'episodio. L'emozione che provi nel ricordo è tutt'altro rispetto all'emozione che provavi nel viverlo. Il fatto che ricordi spesso non ha niente a che vedere con il fatto in se" Forse è troppo criptico! Allora lo dico in un altro modo: è come da bambini quando si vivevano, con amici immaginari, storie fantastiche ma dentro a quelle storie c'era sempre parecchia realtà:



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È come prendere il pattino al mare, d'estate. Te ne vai remando senza meta nell'immensità del mare, solo per fare un tuffo nell'acqua fresca e pulita e osservare la costa sempre più lontana. Il remo destro è la memoria, il ricordo, mentre il sinistro è la fantasia. E poi... torni a riva.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Avevo scelto un altro titolo, per scoprire con dispiacere che era già stato pubblicato un libro con lo stesso titolo. Trovarne un altro non è stato semplice ma alla fine penso che quello scelto sia altrettanto valido.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Il destino della nostra vita è quello di dover scegliere, sempre, anche quando non si vorrebbe. Preferirei avere con me una biblioteca ma, se proprio devo, scelgo “Moby Dick” di Melville. L'ho letto più volte ed ogni volta ho scoperto significati e provato emozioni diverse. Da adolescente avrei scelto “Il Vecchio ed il Mare” di Hemingway.

 



6. E-book o cartaceo?

Ancora costretto ad una scelta! Certo l'e-book è comodo, lo leggi anche al buio, più economico, moderno, non ti riempie casa di polvere ed altro ancora. Ma il libro stampato è un piacere per tutti i sensi, dal tatto all'odorato. E poi andare in libreria alla ricerca del libro giusto in quel momento, è una irresistibile pulsione, quindi scelgo il cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Per me non è certo una carriera. Come detto è più una necessità interiore. Un modo diverso di interpretare la Vita anche se non necessariamente vero, anzi.ma soprattutto è un divertimento.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Mia mamma friulana era una "raccontatrice" e noi bambini eravamo affascinati dai suoi racconti. Io non ho nipoti ed il piacere di raccontare non può realizzarsi se non scrivendo.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Tutte domande troppo serie ed impegnative! Direi soprattutto Dubbi! Quel che scrivo ha senso solo per me o può essere di qualche interesse anche per altri , magari sconosciuti? Altrimenti che senso ha scrivere!



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia moglie che non è per niente tenera nei giudizi.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Molto utile per i non vedenti. Ho conosciuto una donna tanti anni fa, molto anziana: per lei l'unico contato con il mondo esterno, a parte la figlia, era la lettura che le consentiva di essere lucida e presente. Divenuta cieca per una degenerazione maculare si è persa rapidamente fino a diventare quasi demente. Per lei l'audiolibro sarebbe stata la salvezza.  

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