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BookSprint Edizioni Blog

31 Mag
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Intervista all'autore - Tania Tomasello

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono vissuta in Sicilia fino alla Maturità Classica, dopodiché mi sono trasferita a Roma, dove ho preso la Laurea in Psicologia all' Università "La Sapienza". Sono sempre stata volenterosa e un po' avventuriera, oltre che determinata e coraggiosa: non a caso sono andata in America per fare di più per la mia vita e dove sono rimasta per tre anni e mezzo... anche se ci vuole a volte più coraggio a rimanere! Era da parecchio che volevo scrivere un libro, ma ho sempre rimandato perché certe cose volevo gettarmele alle spalle, finché tra le positive osservazioni su come scrivo le relazioni in comunità e una mia elaborazione su certe tematiche mi sono decisa. Inoltre già da prima scrivevo delle poesie.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Quando sono al lavoro e non ho niente da fare, oppure a casa tra un'attività e un'altra. Devo confessare che non mi ritengo ancora una "scrittrice", questo è il mio primo libro, chissà se ce ne saranno altri... Ammetto che mi piace scrivere, ma anche studiare: provo interesse per certi argomenti; attualmente per esempio sto leggendo il manuale di Psichiatria psicodinamica, che trovo molto interessante.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Oriana Fallaci. In "Lettera a un bambino mai nato" e in altri suoi libri si evince che è una persona che odia la prepotenza, mentre prova tenerezza per i più deboli. È una femminista nel senso sano del termine e promuove dei valori saggi.



4. Perché è nata la sua opera?

Perché, dopo avere elaborato certe dinamiche, ho pensato che poteva essere di aiuto a tanti che come me hanno avuto un certo tipo di problema. Certo non è stato per niente facile, ho messo me stessa completamente a nudo! Ciò potrebbe comportare dei rischi, ma io sono pronta ad affrontarli.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Il contesto culturale influisce sempre, ma io sono sempre stata una persona indipendente e critica, di certo non passiva, per cui ho sempre provato ad essere obiettiva.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Assolutamente, un modo per raccontare la realtà. Per evaderla è più indicata la poesia, dove si possono usare più simboli per descriverla. Questo ovviamente è il mio umile parere, non ho studiato "lettere".



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Quasi tutto! Forse pure troppo.Se ne accorgerà chi leggerà il libro...



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Si, un' amica che è affetta dalla sindrome bipolare, molto intelligente, che mi ha resa più "morbida" nei confronti del disturbo di cui soffrivo e che mi ha insegnato a non vergognarmene.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A questa mia amica che ama molto leggere e che mi ha espresso la sua opinione. Mi ha detto: " il libro è bellissimo, ho pianto e riso". Spero che dia le stesse emozioni anche agli altri.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Penso che possono viaggiare entrambi, c' è gente ancora che preferisce la "carta".



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non penso che farà molta strada.

 


 

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Mercoledì, 01 Giugno 2016 | di @BookSprint Edizioni

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