2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Beh penso che chiunque scriva mette un po' di sé... un libro penso sia un po' come un figlio. Nasce sempre da noi, magari anche un piccolo episodio che viviamo fa scattare quella molla particolare che ti porta poi alla creazione di una storia, un racconto, un libro o quello che sia.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Bella domanda… diciamo che io mi rispecchio molto nella sorella introversa e pessimista...ed ho scritto questa commedia teatrale con la voglia di mettere nella storia il giusto lieto fine... diciamo che io il mio lieto fine l'ho vissuto 4 anni fa... forse non plateale come quella della storia ma ho capito anche io che inevitabilmente siamo tutti innamorati dell'amore. Che poi si possa trattare dell'amore per un parente, un amico, un cane o l'amore della tua vita è lo stesso. Per vivere bene bisogna amare la vita in tutte le sue sfumature e soprattutto con ironia.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata difficile è venuta da sola. Mentre scrivevo mi si è accesa la famosa lampadina ed è nato il titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Beh se fosse possibile mi piacerebbe avere con me Shakespeare o Sophie Kinsella. Due generi che più diversi non possono essere. Come libro porterei con me "Molto rumore per nulla" di Shakespeare e "I love shopping" di Kinsella (magari utilizzando la mia borsa di Mary Poppins porterei la saga intera e butterei in valigia anche "I sonetti " e "Sogno di una notte di mezz'estate"). Il perché è semplice: amo il teatro di Shakespeare i vari giochi degli equivoci, ma allo stesso tempo amo l'ironia stravagante e impossibile della Kinsella.
6. E-book o cartaceo?
Sono tradizionalista... amo il profumo dei libri quando vengono sfogliati.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non c'è stato un quando o un perché. É stata sempre una mia passione, ho scritto la mia prima poesia all'età di 8anni e sulla pagella di fine anno la mia maestra scrisse: "Ha scoperto una vena poetico-letterario molto promettente". Fu una bella soddisfazione solo che non ho mai pensato di farli pubblicare prima d'ora; li ho sempre visto come una parte di me molto personale.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro è nato dal rapporto che ho sempre avuto con mia sorella minore. Diciamo che nel libro è molto esagerata la cosa... per fare un esempio, mio cognato all'epoca fingeva di prendere l'orticaria quando mi riferivo ai miei genitori definendoli i "suoi suoceri". Ripeto, le vicende del libro sono esuberanti, tra Alain e Maria (i due cognati) c'è una sorta di odio-amore fraterno che cozzano e si scontrano di continuo. Alain da una parte è preoccupato per la cognata ma dall'altra è preoccupato per la continua preoccupazione che Maria, un po' egoisticamente, provoca nella fidanzata. Nella mia vita non ho di questi rapporti per fortuna, perché ci prendiamo in giro certo, ma ridiamo in continuazione; e poi diciamocelo, l'ironia aiuta a prendere la vita molto meglio.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
É un emozione indescrivibile. Ci sono volte che ancora mi chiedo:"Ma è davvero così oppure l'ho sognato?"
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Se non ricordo male, mia sorella e mio cognato. La mia ultima sorellina era ancora troppo piccola.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un grande traguardo perché così tutti possono accedere alla lettura dei libri senza discriminazione.