3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ricostruire un passato che è stato molto dibattuto mi ha posto dinnanzi a tante domande. Ho dato il mio piccolo apporto alla conoscenza di documenti riguardanti l’unità d’Italia.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
L’ho intitolato: “L’officina della memoria: Don Michele senior e figlio”. Officina perché è nelle officine che si lavora di costruzione artigianale, ed io ho ricercato documenti antichi e libri che potessero supportarsi a vicenda. Don Michele senior è il nome del primo protagonista, padre del secondo personaggio.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi viene in mente un cortometraggio di fantascienza, dove un uomo, amante della lettura, si trova solo, unico sopravvissuto sulla terr, all’interno di una enorme biblioteca; è felice e ha tutto il tempo che vuole per leggere, ma gli cadono gli occhiali… In una ipotetica isola porterei qualche Camilleri di Montalbano, Sciascia dei racconti politici e poi Kafka, Tolkien….
6. E-book o cartaceo?
Io sono della generazione del libro cartaceo, amo il fascino della pagina anche stropicciata, segnata o ingiallita. Ma l’e-book è un passo avanti per molte persone, ad esempio per i dislessici, avendo dei programmi di scrittura con poche righe e poche parole per rigo, permettono di concentrarsi meglio nella comprensione del testo . E-book sono i libri che si leggono in treno o in metropolitana, tra le pause e le attese. Sono un buon incentivo alla crescita della lettura. Oggi si riesce a scaricare i libri più diversi in questo formato, in poco tempo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Volevo dedicare uno spazio più ampio a questo mio interesse. Mi sono cercata delle pause , nel poco tempo tra insegnante, madre, moglie e nonna. Ho utilizzato spesso delle ore notturne, ed ho impiegato alcuni anni per terminare il mio libro perché le ricerche storiche richiedono il vaglio dei documenti e non sempre ti portano a dei risultati.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nel 2010 ricorreva il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e in Sicilia moltissimi articoli parlavano dell’ argomento e lo presentavano anche in modi diversi. Sono stata a vedere il museo del Risorgimento e la guida, un anziano professore, alla mia domanda se era opportuno fare ricerche dopo centocinquant’ anni e anche modificare delle posizioni accreditate, non mi fece finire .e disse: “Sicuramente si, e se ha da scrivere lo faccia! La storia aspetta di essere sempre meglio conosciuta. Ogni tassello è utile anche per altri tasselli.” E mi sono decisa. Così ho colto l’occasione per mettere ordine a documenti, fotografie, articoli e per ricostruire la storia che narro ormai dimenticata, per aggiungere questi episodi alla storia ufficiale.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio manoscritto diventare libro è una boccata di ottimismo verso tutte le attività che si stanno intraprendendo. Un libro è un pacchetto del tuo tempo, trasformato in parole, che regali a qualcuno. Sicuramente è una buona terapia di positività.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona a leggere il mio manoscritto ma non ancora ultimato, è stato mio figlio Andrea. Vive in Svizzera e gliel’ho mandato con un email. Aprendolo mi ha subito puntualizzato gli spazi, gli allineamenti, il carattere. Poi l’ha letto e mi ha detto: “Ottimo mamma!!!”
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non idee a riguardo.