3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Personalmente, penso che sarò per sempre fedele al libro cartaceo, anche se, devo ammettere, che l'idea dell'e-book mi abbia tentata in più di un'occasione. Di certo non si possono negare i vantaggi per quanto riguarda il prezzo e la praticità. Un e-book lo puoi facilmente portare ovunque, senza l'incubo che si rovini o si stropicci. Tuttavia è difficile costruire con esso quel rapporto di "amore" che si crea, invece, così facilmente con un libro cartaceo, come se fosse il proprio migliore amico. Un amore che ti lascia un senso di vuoto quando ti ritrovi costretto a salutarlo e a riporlo nella libreria, ringraziandolo di averti accompagnato in un altro fantastico viaggio.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Penso che non si potrebbe definire in nessuno dei due modi. Semplicemente, con "la scrittura" ci si nasce. A volte è una benedizione, altre una maledizione, come una mamma che ti rimprovera spesso per non essere a lavoro e scrivere ciò che pensi, anziché giocare con altri libri da lei non autorizzati. In quei casi la maledici e, tuttavia, dopo alcuni istanti ti ritrovi ad amarla per averti spinto a dare sempre, in ogni istante, il meglio che tu possa offrire attraverso una profonda indagine del tuo animo.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La convinzione che dietro la "storia", che dietro i numeri che ci tramanda e le pagine che studiamo al liceo, che dietro i partiti politici e i politicanti, ci siano degli uomini di cui non è mai stato detto nulla. Si è sempre parlato di eserciti e nazioni, ma mai del singolo soldato. Cosa dovettero provare, quali fossero i sentimenti che li spinsero ad agire, dove finisse il soldato e iniziasse l'uomo. Mi ha spinto, quindi, la convinzione di volerci almeno provare ad immedesimarmi nelle menti di quegli uomini di cui non si è mai parlato ma che sono tuttavia esistiti.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Di non studiare o leggere o informarsi come se l'unico obiettivo fosse quello di acquisire la notizia. C'è molto altro, tantissimo altro, basta solo guardare oltre, scrutare fra le righe del testo, e chiedersi perché lo si stia facendo, cercando di essere pronti per quando la risposta finalmente si rivelerà a noi.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Pian piano nel corso della vita. Ho cominciato a sentire l'"esigenza" di scrivere, più o meno, all'età di 14 anni.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Tutto è nato fantasticando su un'immagine assurda che era nata nella mia mente: "chissà di che cosa si ritroverebbero a parlare un Tedesco e un Italiano se fossero costretti a rimanere per un giorno intero soli in una camera blindata?" Da qui è cominciato tutto e, non so esattamente il perché, ora, se ci ripenso, al pensiero mi sovviene il sorriso.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non credo. Tuttavia avevo pensato ad infiniti finali diversi.
10. Il suo autore del passato preferito?
Assolutamente Jane Austen.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che se possa essere utile ad avvicinare persone di tutta le età al mondo dei libri, che ben venga! Anche se, secondo me, così si perderebbe l'idea della classica lettura, riducendo, quasi al limite, i confini tra "libro" e "film".