2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Sia ne "Il segreto di Ortensia" sia nel precedente romanzo "La casa dello specchio" la mia vita reale non è presente, se non il filigrana, attraverso la location, i contesti ambientali, i panorami, i dettagli della quotidianità.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Dare vita a questo secondo romanzo rappresenta una tappa importante del progetto editoriale che ho in mente di realizzare: la trilogia "Cronache dal Borgo della Mole Eterna". Un atto d'amore per la mia terra.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non è stato facile selezionare il titolo giusto tra i tanti possibili e che mi sembravano adatti. Infine ho deciso per "Il segreto di Ortensia" che ritengo meglio sintetizzasse il pathos del racconto. Un invito alla lettura viene anche dal soggetto della copertina che cattura e stimola il lettore.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Amo le storie di John Grisham, di Maurizio De Giovanni, i gialli e i noir in genere, ma anche la letteratura americana del Novecento e alcune firme nostrane come Carmine Abate.
6. Ebook o cartaceo?
Il libro cartaceo ha un fascino unico: si può toccare, sfogliare, sottolineare, piegare, metterselo in tasca, sentirne l'odore, farlo proprio in mille modi. Tutto questo non può avvenire con l'ebook. Per di più i lettori elettronici hanno costi ancora troppo alti per un vasto pubblico. Ciononostante credo che quest'ultima forma di lettura sarà un agguerrito concorrente del libro di carta.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi considero una scrittrice di professione. Vivo con altro. Ma le mie storie sono dentro di me ed esigono di essere raccontate. Ed io non posso tirarmi indietro. Se poi ci sarà il successo, ne sarò felice, ma non ci credo. Siamo fuori dai circuiti che contano.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro nasce da un'idea sedimentata per anni. Leggendo pagine di psicologia, mi sono imbattuta nella sindrome delle personalità multiple e ne sono rimasta impressionata. E soprattutto mi ha scioccato la facilità con cui questa patologia possa manifestarsi. E' "la banalità del male".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro trasformarsi in un libro - cartaceo, non ebook - è un'emozione grande. Come se ti nascesse un altro figlio.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il manoscritto è stato mio marito e subito dopo gli amici che seguono il mio lavoro e mi hanno sempre incoraggiato a continuare. I miei figli sono arrivati dopo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un'opzione interessante, ma credo sia una lettura riservata a pochi, ad una nicchia ristretta di lettori. Anch'io ne ho fatto esperienza con alcuni audiolibri della booksprint, ma preferisco ancora il libro cartaceo.