3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ne ho parecchi, ad esempio Harold Robbins, Joannes Mario Simmel, Guillermo Martinez, Mary Higgins Clark, qualche Camilleri ma non tutti.
4. Perché è nata la sua opera?
Per nostalgia, o perché il passato viene definito tale ma è sempre presente e ci accompagna per tutta la vita.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Poco o nulla.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Evasione dalla realtà, un modo per rivivere episodi del passato analizzandoli sulla base delle proprie esperienze.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Anche se può sembrare una contraddizione, praticamente tutto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Per il primo libro, “Gli occhi di Jacqueline”, trassi alcuni spunti dal trattato di medicina legale di un mio antenato, Secondo Laura, che fu professore della materia nel 1800 all'università di Torino.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia figlia e qualche amico.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Non credo, ma non saprei comunque dire anche se ritengo che il libro rimanga sempre qualcosa di concretamente palpabile, legato alle nostre realtà.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tutto il male possibile, una esagerazione per chi ridurrà infine la cultura a qualcosa di surreale.