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07 Mar
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Intervista all'autore - Simonetta Bachi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Io sono nata a Roma, ma vivo da sempre a Torino, città che amo molto. Da bambina ero molto brava in italiano a scuola e facevo dei temi così belli che la maestra li leggeva ad alta voce in classe. Fin da allora ho desiderato fare la scrittrice, anche se poi ho fatto soprattutto l'insegnante di materie letterarie e la mamma di tre figli. E' difficile conciliare tutto nella vita.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Scrivo volentieri nel pomeriggio, sempre a mano, prima di passare al computer. Comunque è un lavoro gratificante, ma faticoso.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Uno nello specifico non saprei. Mi piacciono gli scrittori latino-americani, alcuni anglosassoni. Tra gli italiani ho un'ammirazione sconfinata per Primo Levi. Anche Pavese, Fenoglio, Calvino e altri autori di quel periodo. Tra le donne Dacia Maraini.



4. Perché è nata la sua opera?

Il mio libro si è ispirato ad una vicenda avvenuta nel mondo universitario che mi aveva particolarmente colpita. Poi scrivendo la trama si è arricchita con molte altre storie create da me, ma sempre vicine al mondo della realtà e così pure i personaggi si sono delineati sempre meglio a mano a mano che scrivevo.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Il contesto sociale nel quale sono vissuta ha influito molto. Scriveva già mio nonno, scriveva mio padre e scriveva anche mia zia alla quale ho dedicato un mio libro precedente. La passione per la scrittura e per la lettura è molto forte nella mia famiglia. Anche i miei figli scrivono, quando riescono a ritagliare un po' di tempo dal loro lavoro.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Scrivere è un modo per raccontare la realtà, ma anche i sentimenti e le emozioni che si provano nella vita.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Penso che ci sia abbastanza di me , sia per molti ricordi, sia per emozioni vissute in varie epoche della mia vita.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Sicuramente sono stata incoraggiata a scriverla prima da mio marito e poi dal maggiore dei miei figli.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mio marito e poi a mio figlio il quale se n'era molto interessato.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Penso che l'e-book vivrà felicemente, ma sempre col supporto del libro stampato. La carta è insostituibile per me.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Personalmente non ne sono attratta, ma credo che in certi casi possa essere molto utile.  

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Sabato, 07 Marzo 2015 | di @BookSprint Edizioni

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