1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono leale, schietta, generosa. Le persone che ho intorno devono stare bene. Quando voglio bene in ogni senso della parola, non ho riserve o ripensamenti. Non attacco mai, non manco di rispetto, ma ho un eccesso di difesa. Tutto questo mi ha portato alla sofferenza, al rischio di licenziamento se non avessi pareggiato con la mia professionalità. Se parto con la mia difesa, potrei incontrare chiunque ricopra una carica importante devo dire quello che penso, anche se ci sto lavorando, perché se una persona è arrogante, maleducata, insensibile, non posso avere io la presunzione di cambiare il suo carattere. Accetto comunque ogni tipo di critica, che secondo me è un'ottima fonte di crescita a tutte le età. Vengo da un piccolo paesino della provincia di Rieti, dove in cinquant'anni sono scomparse le cose belle della vita a fronte di un eccesso e smoderato uso a favore della tecnologia. Non ho deciso di diventare scrittore.
Lavina è una donna coraggiosa, che sa andare oltre le apparenze e i pregiudizi della gente per lasciare spazio solo ai suoi sentimenti. Dopo un matrimonio infelice e un divorzio, nasce un amore intenso con un religioso che abbandonerà il suo stato, cercando di inventarsi un nuovo lavoro ed una nuova vita con lei e con il figlio che Lavinia ha avuto da una precedente relazione.