1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Marano de' Marsi è una frazione di Magliano, in provincia dell'Aquila. In realtà è un sogno. Bellissimo. Le sue abitazioni - forse una cinquantina: case, palazzine, chiesa, torri, castello - sono poste sopra uno spuntone roccioso, appoggiate con ordine una all'altra. Le pareti sono chiare. I tetti rossi. A guardarla dall'alto - dal monte Faìto o dal Sant'Angelo - è un incanto: sembra realizzata con cartoncino ondulato rosso e fogli bianchi, e sistemata in un mare di verde. Sta a 926 metri di altezza. E, a 200 metri sotto, un'altra spettacolare visione: la stretta valle del Salto che si stende da Magliano fino al Cicolano. Così Marano è anche una terrazza, per il controllo dello spazio sottostante o per un arioso piacevolissimo riposo. Dalla sponda destra del Salto, di cui oggi resta solo il greto, io salivo, a piedi, superando spensieratamente i 200 metri di dislivello, per la mia formazione primaria. Per la scuola media e il liceo passai in un collegio dei Missionari Redentoristi a Scifelli, un paesetto fra le colline della Ciociaria. Da lì, per gli studi di Teologia e Filosofia andai a Cortona (AR) dove ricevetti l'ordinazione sacerdotale e dove rimasi dal 1951 fino al 1959. A Cortona scoprii la passione per la letteratura: leggevo o ascoltavo la proclamazione di opere di Carducci, Pascoli, Leopardi, D'Annunzio. E lì cominciai a scrivere: cronache; articoli storici; poesie, spesso in occasione di feste e di Accademie. Ma di "farmi scrittore" non avevo mai pensato.