Don Stefano Salti affida alle pagine di un libro i suoi “Pensieri di salvezza”, non una semplice raccolta di riflessioni, ma un nuovo modo di pensare alla luce di Dio. Il volume, pubblicato dalla casa editrice BookSprint, è un libro rivolto sia ai cristiani che potranno approfondire tematiche nuove forse poco conosciute, sia ai non credenti che potranno confrontarsi con nozioni di teologia.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sono nato a Reggio Emilia. Mi ricordo da bambino e poi da ragazzo di due episodio isolati in relazione allo scrivere: il primo ero in prima elementare e ho scritto alcune riflessioni quasi poetiche che han portato la mia maestra a dire che non aveva mai visto un alunno delle elementari esprimersi in tal modo, con grande stupore anche dei miei genitori; il secondo, in prima media, mi ero messo in testa di scrivere un libro di avventure sullo stile di quelli di Salgari, ma che poi non ho mai finito e ho desistito dall'opera. Crescendo non ho poi mai più pensato di fare lo scrittore. Lo scrivere è legato molto all'insegnamento, al fatto di dover preparare delle lezioni, citare dei testi, ma ancor prima a dover scrivere la tesi di licenza in teologia e poi la tesi per il dottorato.