Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

Errore
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 75

BookSprint Edizioni Blog

24 Ott
Vota questo articolo
(4 Voti)

Intervista all'autore - Fabrizio Leonetti

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato e cresciuto a Bari, grande, vitale e luminosa città del Sud, che si affaccia spettacolarmente sull'Adriatico. La casa dei miei, quella dove ho trascorso un'infanzia meravigliosa (piena di calore, innumerevoli feste, grandi tavolate, Natali indimenticabili) e una giovinezza spensierata è enorme e quasi completamente circondata da uno splendido attico pieno di piante.

Da più di dieci anni mi sono trasferito sul lungomare, posizione questa, che ancora di più mi consente di cogliere in tutte le loro sfumature le luci, i colori, i profumi, le suggestioni di un panorama che solo una città di mare può offrire. Le estati le abbiamo sempre trascorse in una villa nella marina di Ostuni, quindi, questo rapporto continuo col mare, col sole, con l'aria aperta, ha forgiato il mio carattere, appunto solare e aperto, ha lanciato a briglie sciolte la mia fantasia, e ha fatto sì che confermassi, molto banalmente, temo, uno dei tanti luoghi comuni, secondo cui al Nord, hanno l'aria di montagna nei polmoni, mentre qui al Sud abbiamo l'acqua di mare che ci scorre nelle vene.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Mi hanno spesso lasciato perplesso le liste di libri da far leggere agli studenti durante le vacanze estive... Troppo "accademiche", "intimidatorie"! Io sono stato sempre del parere che la lettura debba essere un piacere... Non mi sono mai fatto intrappolare dai cliché culturali, secondo i quali bisogna per forza leggere l'autore "impegnato" anzichè quello di best seller. A casa mia abbiamo sempre avuto libri tra le mani e il nostro passaggio dai romanzi per ragazzi alla narrativa più "adulta" avvenne spontaneamente (e per alcuni, forse, scandalosamente), grazie ai tanto famigerati romanzi condensati del Reader's Digest(Ci sono pure le illustrazioni!)... "Lo squalo" (un po’ prima che arrivasse il film!), i romanzi di Wilbur Smith, quando ancora Longanesi non lo pubblicava da noi, i gialli appassionanti della Higgins Clark... E allora io consiglierei, a parte gli eterni "Il conte di Montecristo" e "Moby Dick", "L'uccello del sole" di Wilbur Smith, "I pilastri della terra " e "Mondo senza fine" di Ken Follett, perchè l'avventura di grande respiro, il Medio Evo, gli amori furibondi e le battaglie più cruente hanno sempre attecchito sulle giovani generazioni, oppure "It", "Cujo", "Stand by me", del grandissimo Stephen King (che meglio di tanti altri autori ha saputo fotografare proprio il faticoso passaggio dall'infanzia all'adolescenza), o magari qualche titolo più "radical - chic", come "Il giovane Holden ", "Un giorno questo dolore ti sarà utile", o "Ti prendo e ti porto via"e "Io non ho paura"... Oltre, naturalmente a "L'assenza della luce" ;-)... Solo così, secondo me, l'essersi appassionato alla lettura, intesa non come palloso dovere, potrà portare un domani l'ex - adolescente a scalare vette un po’ più alte, come Proust, Dostoevskij, Tolstoj e magari Foster Wallace.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?

Non sono molto tecnologico :-) e vivo in una casa sacrosantamente tappezzata di libri, che ho sempre trovato un entusiasmante argomento di conversazione, per chiunque venga a trovarmi... Per non parlare poi di quelli che gli inglesi chiamano: "Coffee table books", cioè i libri di arte, cinema, geografia, viaggi, mare, arredamento, fotografia, che praticamente ricoprono quasi tutte le superfici solide della mia casa, pronti per essere sfogliati e commentati... Io sono morbosamente legato “all'oggetto - libro" e potrei accettare la realtà degli eBook, solamente correlata dall'alleggerimento del bagaglio per un viaggio... E' chiaro che romanzi come "Shantaram", "Infinite Jest" o "Il ragazzo giusto", siano senz'altro più comodi in versione ebook, rispetto a quella cartacea... E poi c'è il validissimo discorso ecologico riguardo al risparmio della carta e alla salvaguardia degli alberi.. Però, che volete, forse sarò troppo vintage, ma colloco l'eBook sul percorso ormai irrimediabilmente intrapreso dall'umanità verso una totale assenza di... convivialità... Pensate, entrare in una casa, e non vedere più libri esposti di cui discorrere... non so...



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Un colpo di fulmine che mi ha... fulminato da quando ero piccolo. Mi è sempre piaciuto scrivere: dai compiti in classe di Italiano, alla critica cinematografica e, a volte, anche letteraria, dal diario personale alle lettere agli amici sparsi per tutta l' Italia (un modo di comunicare adesso quasi totalmente scomparso), dalle cronache dei viaggi intrapresi, fino al romanzo vero e proprio e a facebook, che mi consente di esternare la mia voglia di scrivere sugli argomenti più disparati, confrontandomi con i commenti degli amici e conoscenti. E, confesso a cuore aperto, che la totale positività di questi commenti su ciò che scrivo non mi lascia affatto indifferente e naturalmente, mi risulta alquanto incoraggiante...



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Sin da piccolo amavo raccontare i film (soprattutto "di paura") e i romanzi che più mi avevano colpito. Mi piaceva scendere nei particolari, dilungarmi sulle descrizioni, insistere sui particolari più macabri... Poi un'estate, in pieno sole, raccontai a degli amici (che mai sarebbero riusciti a leggerlo), "Il gioco di Gerald", di Stephen King... E quelli non dormirono la notte!... E, nonostante tutto, o forse proprio per quello, mi continuavano a dire: "Ma perchè non ti metti tu, a scrivere?!?" E così iniziai a pensare ad una storia in cui potessi convogliare tutte o quasi tutte, le paure che ci portiamo dentro fin dall'infanzia... Io per primo! Il buio, la nebbia, l'inconoscibile, l'uomo nero, gli spaventapasseri, i cani, gli scarafaggi, l'aereo e via spaventandoci...



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Che "... Esiste soltanto la Scienza, e che, in ultima analisi, la "Fanta" non è che un'aranciata" (pag.116) ;-) Mah, intanto il solito messaggio di pace e tolleranza... Chi fa sparire i protagonisti, in fin dei conti non ha intenzioni mal... Basta, dovessi rivelare troppo della storia... Però invito anche il lettore a guardarsi dentro per affrontare e vincere le proprie fobie, ad approfondire e godersi il rapporto con i propri genitori, perchè se no, poi, quando li perdiamo... A dare maggiore valore ai ricordi, perché è grazie (o per colpa), al nostro passato che siamo diventati quello che siamo... E a dare sempre il giusto rilievo ai film e ai libri di qualità, che saranno sempre in grado di migliorare la... qualità, appunto, della nostra vita... E poi, probabilmente "Noi non siamo soli" nell'universo, ma "In un gelido mondo, hai bisogno di amici che ti riscaldino." :-)



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Un tempo il mio sogno era fare l'attore (e prima ancora, il camionista, il salumaio e il giornalaio), poi il critico cinematografico, lo sceneggiatore e, finalmente, lo scrittore... Per fortuna, soprattutto di questi tempi, poi, c'è una banca che mi da vivere! ;-) Ripeto, mi è sempre piaciuto scrivere, sin da piccolo... Del resto, 18 agende (dal 1979 al 96!), fittamente scritte, staranno pure a significare qualcosa... Il problema è poi riuscire a darsi un metodo, a creare uno stile, a distinguersi nel marasma letterario generale... E quindi riuscire ad emergere da questo marasma, come, ad esempio, è capitato ad Enzo Ghinazzi, in "arte" Pupo, o alla Cristina "plin plin" Chiabotto, i cui primi romanzi sono stati pubblicati da Rizzoli.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Oltre al racconto efficace dello sconvolgente best seller di Stephen King, un po’ di anni fa, in una notte d’estate, raggiunsi dei miei amici che avevano affittato una masseria situata nel territorio di Monopoli, in provincia di Bari. Era una notte di luna piena e mi colpì il modo in cui il candido, enorme edificio, ormai quasi completamente buio, catturava il chiarore lunare. Vi aleggiava un’atmosfera terribilmente suggestiva. Uno dei miei amici, facendomela visitare, mi mostrò anche un balcone che dava sull’aperta campagna, inondata dalla luce della luna, dove i giganteschi ulivi, tutti contorti, con le loro sagome drammatiche, contribuivano non poco al fascino arcano e inquietante dello scenario (ed è proprio da un balcone come questo, che uno dei protagonisti, Monica, vede lo spaventapasseri e, pur non essendo uno di quegli amabili volatili, chissà perché, se la fa sotto...) Tutte queste suggestioni gotiche mi ritornarono in mente, quando decisi di mettermi a scrivere "l'assenza della luce".



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No, non credo... Una delle prime "scene" che "ho messo a fuoco" e a cui sono particolarmente legato, è stato l'epilogo... Quel nascondino finale, in cui rimbalzano malinconicamente gli echi crepuscolari di un amore non corrisposto... Ritengo che sia stato il capitolo per me più impegnativo da scrivere e ancora mi commuovo tutte le volte che lo rileggo... Tutta la vicenda corre a perdifiato verso quell'epilogo... E poi sono certo che non ci potrebbe essere "L'assenza della luce" senza la mia "amica" Federica, così tragicamente e infinitamente piccola, sotto quel firmamento infinitamente grande, con la sua "autunnale" e lancinante consapevolezza della futilità della sua "stupida cotta" unilaterale.



10. Il suo autore del passato preferito?

Mah, domanda difficilissima! :-) Shakespeare, forse, o Checov e Leopardi... Però penso anche a uno, no, vi prego, due romanzi che considero eterni... "Il conte di Montecristo" di Dumas e "Rebecca la prima moglie" della Du Maurier.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Beh, se chi lo "recita" è bravo, perchè no? Se non si ha il tempo di leggere tutti i libri che ci interessano... Magari in macchina, o mentre si fa sport (sic!)... E comunque dovrebbe trattarsi di un libro con pochi approfondimenti psicologici... Quelli, preferirei sempre leggerli da me, tra l'altro io sono uno che sottolinea molto. Però che bello per tutte le persone anziane con seri problemi di vista, che troverebbero troppo doloroso rinunziare all'emozione di un libro...

 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Venerdì, 24 Ottobre 2014 | di @BookSprint Edizioni

Articoli correlati (da tag)

1 COMMENTO

  • Link al commento MIMMO C. inviato da MIMMO C.

    HO LETTO IL ROMANZO TUTTO D'UN FIATO!! E' AVVINCENTE E INQUIETANTE NELLO STESSO TEMPO E IN ALCUNI MOMENTI E' COSI' COINVOLGENTE CHE NON PUOI FARE A MENO DI IMMEDESIMARTI NELLA STORIA!!!
    DA CONSIGLIARE ANCHE A CHI NON E' AMANTE DEL GENERE "FANTA".

    Martedì, 04 Novembre 2014 11:54

Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)