Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è mettere in ordine, riordino la mia mente come se riordinassi una camera. Io scrivo tutto, dalla lista della spesa alla lista dei pensieri.
Più che scrivere, direi che si tratta di grafomania, ed è una cosa che faccio per me. Se poi dalla mia grafomania dovesse venir fuori qualcosa di piacevole da leggere per gli altri, penso che sarebbe il massimo.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
C'è tutto della mia vita reale. I paesaggi descritti sono reali, bellissimi tra l'altro. I fatti, i luoghi e i personaggi li definirei letterari ma si ispirano alla realtà, come risultato di una variegata mescolanza di esperienze vissute e di individui incontrati nel corso degli anni.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo racconto mi ha divertito, spero sia divertente anche leggerlo, se qualcuno vorrà farlo.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è un titolo molto semplice, l'ho deciso prima ancora di scrivere tutto il racconto.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me l'Odissea, perché in quell'opera c'è tutto e perché penso che Omero sia il primo poeta-scrittore in assoluto.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo. Lo so che il mondo va avanti e bisogna adeguarsi, ma sono una nostalgica, che ci posso fare?
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
In questa domanda ci sono due parole troppo grosse per me: "carriera" e "scrittore". Mi piace parlare con le persone, e raccontare in chiave comica quello che mi succede, che spesso è esilarante e ai limiti dell'assurdo. I miei amici, dopo i miei racconti, non mancano di fare lo stesso commento da anni: "Ma davvero? Oddio Giuliana, ma tu le devi scrivere 'ste cose!" E così, eccomi qua.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho già detto, ho raccontato agli amici di questo strano viaggio in Cornovaglia e, tra terrore e risate, mi hanno consigliato più volte di mettere nero su bianco. E allora, ispirandomi al viaggio vero, ho scritto questo libro.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non saprei, in verità. Sono più contenta della soddisfazione degli altri che della mia.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le mie sorelle.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una cosa molto utile per chi ne ha necessità. Per chi può scegliere, rimango fedele alla vecchia, rilassante, silenziosa lettura. Ma se la voce narrante è una bella voce, perché no? Largo ai giovani multitasking che mentre fanno jogging ascoltano con gli auricolari un audiolibro, spero per loro sia un buon libro, magari il mio!
