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BookSprint Edizioni Blog

17 Apr
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Intervista all'autore - Donatella Cinelli -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Roma insieme ai miei genitori e a mio fratello più piccolo. Nella mia vita mi sono spostata poco ma ho intenzione di viaggiare molto, sia per piacere che per ispirazione.
Mi trovo molto bene nella mia città, ne sono innamorata, quando diventa troppo caotica mi rifugio nella natura, nella casa che ho in campagna, risale ai miei nonni e anche lì ho pezzi della mia infanzia.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
I libri di formazione sono quelli che consiglierei ad un ragazzo o ragazza nel periodo adolescenziale, sono quelli che ho letto maggiormente in quell’età, anche se in realtà credo che bisogni essere sempre molto versatili quando si tratta di libri, proprio per questo sono quel tipo di persona che ha qualsiasi genere di libro nella libreria, mi piace provare tutto e credo che sia efficiente prendere cose nuove e tenersi dentro ciò che più ci rappresenta e colpisce.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non ho nulla contro l’eBook, d’altronde oggi il mondo digitale e tecnologico sta diventando sempre più imponente, ma rimango fedele al cartaceo, solo un libro in carta può farmi provare davvero emozioni, poiché il suo profumo, le sue immagini, l’inchiostro e il rumore della carta sono fondamentali per la storia (a mio parere). Trovo giusto che si utilizzi l’eBook anche per comodità, ma spero vivamente che non si perda o non si lasci andare il cartaceo, nella mia testa questa è e rimarrà sempre la vera concezione di libro.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è amore ponderato, forse più di questo. Per me la scrittura è vita, modo per esprimere sensazioni, ricordi e persone, è liberazione, bellezza, conservatrice di tempo, legame e creazione. Ho sempre sentito questo meccanismo dentro di me, ho sempre sentito di farne parte, ho utilizzato questo pezzo di me per incidere memorie o per dare forma al mio dolore, amore, gioia e gratitudine e nei momenti in cui sentivo di dover aspettare per liberare, creavo, creavo storie e fantasie. Penso che per rendere bilanciato il tutto bisogni esternare sé stessi e generare, entrambe le cose, così da creare una cura ma anche un rifugio.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Come ho accennato prima, la scrittura per me è modo per tirare fuori le mie emozioni. In questi ultimi anni ho imparato che la vita è imprevedibile e spesso ti butta giù a terra lasciandoti perso, il segreto per rialzarsi è trovare veramente sé stessi, sentire verso qualche via è diretta la propria anima, la scrittura è una delle mie vie ed è ciò che mi ha aiutato a sentirmi. Quello che ho provato è sostanza della mia raccolta. Gli animi sensibili sono una condanna, per quanto ne so, è molto difficile cambiare questo, non si può modificare del tutto l’anima di un essere, allora perché non accettarla, perché non accogliere la parte fragile e sensibile ritenuta una ferita mai cicatrizzata, così da sfruttarla per far sì che ogni sentimento e pensiero amplificato dia vita a qualcosa, magari una parola, magari una frase, una poesia o una storia, alla fine è parte di noi e lo sarà sempre.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Tengo a dire che ogni lettore è diverso, ogni lettore leggendo le mie poesie potrebbe acchiappare un’idea e un pensiero differente, dacché tendiamo ad associare alle nostre esperienze e persone che abbiamo intorno, perciò so bene che le mie parole prendono una forma unica per ogni persona, ovviamente nei limiti, poiché quello che scrivo ha un significato proprio e ben preciso. Ciò che ho imparato e visto da altri si basa sulla perdita e sul ritrovo, i libri ci influenzano, ci acculturano, molto spesso però ci salvano, senza dirlo davvero ci dicono “sono qui, non sei solo” e questo può valere per le raccolte di poesie come per i romanzi o le biografie. Lo scopo della mia raccolta è quello di rendere una mano, di dare valore a qualsiasi anima ci sia dall’altra parte, dare valore oggi è diventato superfluo e infantile, credo che questa concezione debba riprendere la sua importanza. Oltre a questo, come ho ben specificato finora, lo scopo è anche quello di mostrami, mettermi a nudo e per quanta paura possa fare, in questo modo, con la scrittura, non mi sento affatto spaventata.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è sempre stato un mio sogno e lo tengo stretto da quando ho memoria. Da piccola non sono mai stata ascoltata o considerata, sebbene scrivessi poco, non davo voce alle mie parole. Crescendo ho capito che potevo fidarmi di quello che mettevo su carta, potevo crederci, così mi sono fatta avanti e per la prima volta in vita mia ho riconosciuto me stessa e questo pezzo di me, gli ho dato valore come sto facendo adesso, spero che la bambina che si nasconde dietro questo corpo da adulta sia fiera, ma la strada è ancora lunga e il sogno tanto grande.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Si, c’è un episodio che ha dato il via a tutto questo. Durante l’ultimo anno del liceo dovevo scegliere quale sarebbe stata la mia strada, non ricordo come ma ero stata attirata dal campo della medicina e lo avevo considerato come possibile scelta, ci ero molto vicino. Nello stesso anno avevo inviato però una poesia ad un concorso letterario, lo avevo fatto in maniera molto casuale, senza rifletterci più di tanto, non mi aspettavo nulla. Durante l’ultima metà dell’anno, ricevetti una notizia che cambiò ogni cosa, avevo vinto il concorso, questo mi fece riflettere su cosa davvero sentissi di dover fare, era solo una poesia scritta per una persona che avevo perso, in realtà quella poesia mi aprì gli occhi atterrando ogni mio desiderio di entrare nel mondo della medicina, capii che stavo facendo la scelta sbagliata, stavo mettendo da parte ciò che amavo fare e che avrei potuto rendere il mio futuro, oggi, quella poesia, è la prima nel mio libro.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Scrivere un libro è come scalare una montagna per poterne poi ammirare la vista sul punto più alto, ci sono i momenti in cui pensiamo di cadere, magari lo facciamo, magari pensiamo di non poter mai arrivare in alto, ma è normale, fa parte del percorso e, un po’ come la vita, è giusto che sia frastagliato. Bisogna credere, credere sempre, questa è un’arma importante.
 
Il suo autore del passato preferito?
Ho sempre amato Giacomo Leopardi, per la delicatezza con cui scrive, per il coraggio che ha avuto nel liberarsi completamente e dare la sua vita in mano alla scrittura, lo hanno considerato in molti un “depresso” e “sfigato” ma studiandolo e leggendo le sue opere ho capito che è tutt’altro. Ha lottato pur sentendosi l’unico tulipano rosso in mezzo ad un campo di margherite e la sua tendenza al dolore lo ha accompagnato per tutta la sua vita permettendogli di tirare fuori la parte migliore di sé e metterla su carta.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non sono mai stata una grande fan dell’audio libro ma credo che sia comunque un bel modo per interpretare lo scritto altrui, è sicuramente un aiuto a chi ha problemi a leggere o a vedere, sono perciò del tutto favorevole al suo utilizzo.

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Mercoledì, 17 Aprile 2024 | di @BookSprint Edizioni

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