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16 Apr
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Intervista all'autore - Augusto Salati -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Augusto Salati e credo che non si diventi scrittori, ma lo si è già dalla nascita, se si ha uno spirito creativo.
Fin da ragazzino sono stato toccato dal mondo delle Arti figurative che sono diventate pressoché la mia professione. L'Arte mi ha preso la vita, me l'ha data, e continua a darmela, pur adesso che sono vicino ai novanta anni.
Parallelamente, l'espressione artistica ha richiesto la necessità di esprimermi anche con la scrittura, dall'istintuale processo di Autodidatta. Inizialmente con timide Poesie poi mentre sviluppavo la ricerca sull'Arte, ampliando la passione per i racconti e i romanzi, del quale, "LA DIFFICILE STORIA CON NOEMI" è uno dei quattro romanzi che ho scritto. E si può dire, che è anche una parte della mia vita d'Artista. Infatti Noemi rappresenta il mio amore per lei che non è altro che L'Arte.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Per me la scrittura è un piacere e come tale scrivo nel momento che è necessario farlo. Mi sono sempre guardato di scrivere come professione che sarebbe diventato un lavoro come un altro. Per me la scrittura è un momento di piacere come quando si gusta un buon pranzo. Quindi come si vede non ho orari fissi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Se si può considerare contemporaneo, devo dire Ferdinando Pessoa, che con la sua quasi astrazione del pessimismo, è molto affine al mio carattere. Pessoa come Leopardi, hanno raccontato le emozioni e i sentimenti più che raccontato qualcosa, ed è quello che ho cercato di fare anche io.
 
Perché è nata la sua opera?
Ho già detto del mio pessimismo, e un bel giorno guardandomi allo specchio mi son chiesto: "perché non provare a raccontare la mia vita d'Artista tenendo presente che non deve essere un'Autobiografia, ma un romanzo. Nel libro c'è il mio mondo abbastanza sfortunato dato dal mio pessimismo appunto con tutti sentimenti e le emozioni provati, il tutto "condito" da una certa ironia.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto poco, perché la mia vita da solitario, è più tesa a osservare quello che avviene, ma poi conta solo quello che vivo e penso.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
per me, è un modo per raccontare le emozioni dell'uomo, la realtà del vestito, mi interessa poco, è più importante quello che c'è sotto, che vedo molto deteriorato, quasi a sentire l'odore della morte.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi moltissimo, perché c'è quello che ho provato lungo l'esperienza della mia vita d'Artista, soprattutto la sofferenza della mancanza di saper avere rapporti con le persone, le pubbliche relazioni, è stato il mio tallone d'Achille.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Dicevo prima di Pessoa per la sua "sfracellata" esistenza, come dice lui, e che è molto simile alla mia, con la dovuta proporzione di grandezza! Ma per quello che riguarda la forma del linguaggio, mi ha incantato John Fante, italoamericano, che nel leggerlo, mi ha dato quella giusta ironia da usare nella mia scrittura.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mi sono permesso di pubblicarlo a "puntate" su FB, riscuotendo notevoli consensi, ne sono molto contento, per il resto a nessuno.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Questo non lo so, ma il cartaceo è sempre più facile da leggere, il libro te lo porti ovunque e lo leggi quando vuoi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Può essere interessante, però può portare ad una paralisi della lettura che non mi piace.

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