Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Innanzi tutto, tengo a chiarire che non ho deciso di diventare scrittrice...
È accaduto in modo del tutto casuale ma, al tempo stesso, vi erano, sicuramente, già da molti anni, molti presupposti perché lo divenissi.
In effetti, ho sempre amato, oltre la lettura, la scrittura.
Pertanto, mi è sempre piaciuto mettere per iscritto ogni fatto importante della mia vita e non solo. E tali fatti sono, poi, divenuti libri.
Così è nata la mia opera-prima, in cui ho trattato il fallimento del mio matrimonio... Vissuto al fianco di un marito a dir poco "particolare".
In seguito, ho deciso di pubblicare, rivisitandola, la mia tesi di laurea, soffermandomi ad analizzare un altro argomento-principe legato alla mia esistenza, o meglio alla mia infanzia: il diabete di tipo I e la normativa che se ne occupa.
Nel terzo libro, invece, ho coniugato il mio amore per il mondo animale con fatti personali, soffermandomi ad esaminare l'importanza della pet-therapy, soprattutto per talune patologie.
Infine, nella quarta opera, mi sono occupata del Covid e di tutte le tematiche legate alla pandemia: sociali, politiche e, ovviamente, mediche.
Ed ora, senza rendermene conto, sono giunta alla pubblicazione del mio ultimo libro, il quinto, che altro non rappresenta se non una raccolta di articoli che ho pubblicato sulla rivista "The Dailycases", che vanta una collaborazione con LIDU Onlus - Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo -.
In tal modo sono riuscita a coniugare, una volta ancora, il mio amore per la scrittura con quello per la "Giustizia" - non a caso, ho conseguito una laurea in giurisprudenza -...
Tali amori devo averli, poi, trasmessi a mia figlia, anch'ella scrittrice, oltre che giornalista.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste un momento particolare che dedico alla scrittura.
Ogni momento può essere adatto, purché vi sia il desiderio di scrivere.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ve ne sono diversi, sia italiani che stranieri.
Tra gli italiani Baricco, Camilleri, Eco, Pasolini e, soprattutto, Oriana Fallaci, per le sue posizioni decise.
Quanto agli stranieri, come non citare Orwell, Dan Brown, Murakami e, prima ancora, Gabriel Garcia Marquez, che adoro per la sua amara ironia.
Perché è nata la sua opera?
La mia ultima opera è nata senza che me ne rendessi conto.
Ho sviluppato, di recente, interesse per talune Giornate Mondiali, al punto da decidere di pubblicare finanche degli articoli.
Mi interessano, in particolar modo, tutte le Giornate che si preoccupano di sensibilizzare la collettività su temi sociali e, invero, Diritti Umani...
Del resto, la rivista "The Dailycases", con la quale collaboro da ben due anni, si occupa proprio di Tutela dei Diritti Umani.
Così è nata la mia ultima opera, per l'appunto intitolata "Le Giornate Mondiali".
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ritengo che sia stato determinante l'ambiente ed il contesto sociale in cui ho vissuto.
I miei nonni, come pure i miei genitori, mi hanno insegnato quanto la cultura e l'istruzione sono utili a fronteggiare ogni genere di problema...
...Niente e nessuno potrà mai privarcene!
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
No. Non è affatto una evasione. Non posso fare a meno di scrivere fatti reali, per poi ragionarne e - perché no! - finanche metabolizzarli.
La scrittura, dunque, la uso anche per migliorare me stessa e - senza alcuna pretesa, si intende! - anche gli altri, generando riflessioni, non certo con l'arroganza di voler insegnare alcunché.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Condivido in toto le motivazioni che hanno comportato la nascita delle Giornate Mondiali di cui mi sono occupata: i diritti delle minoranze in primis.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì. Mia figlia. È lei che mi ha fatto notare il mio profondo, recente interesse per le Giornate Mondali, o Internazionali che dir si voglia.
E, da quel momento, ho deciso che era giunto il tempo di raccogliere tante e tali Giornate in un nuovo libro.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Come sempre a mia figlia ed a mia madre.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo che il futuro della scrittura sia rappresentato dagli e-book.
Ritengo, di contro, che gli e-book affiancheranno la scrittura tradizionale e, ad onore del vero, potranno sicuramente essere usati sempre più.
Ma, in ogni caso, mai un e-book potrà essere paragonato ad un bel libro tradizionale... Cartaceo, da sfogliare!
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ben vengano anche gli audio-libro, oltre agli e-book.
Non poche sono le persone ipovedenti e gli anziani che si vedono costretti a rinunciare a leggere.
Quindi, ben vengano gli audio-libro, come pure la tecnologia ed il progresso in ogni ambito.
Dunque, finanche nel mondo dell'editoria!