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BookSprint Edizioni Blog

22 Nov
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Intervista all'autore - Rita Carlini -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Questa per me è la prima esperienza di scrittura dopo i temi scolastici ed è stata una bella avventura.
È stato molto emozionante scrivere quello che affollava la mia mente e pensare che lo avrei potuto condividere con altre persone. Spero di poter ripetere questa esperienza se l'età me lo consentirà perché è molto liberatorio raccontare storie che sono immaginarie ma hanno radici nei miei ricordi.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La protagonista del libro sono in fondo proprio io con tutte le cose buone e meno buone della mia vita, con tutti i miei sogni di ragazza e un po' di amarezza per non averli potuti o voluti realizzare.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo racconto è stato come dare sfogo ai miei sentimenti ma è stato anche molto positivo perché mi ha spinto a cercare video, foto e notizie che mi hanno riportato indietro nel tempo a quelli che sono stati gli anni più belli della mia giovinezza.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro è nato d'improvviso quando ormai la storia era già scritta da tempo senza che prima mi fossi chiesta come intitolarla. Avevo qualche idea ma poi si è accesa una lampadina e il titolo era lì tra le righe del racconto ed esprime, secondo me, tutto il senso della storia.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
C'è un libro che in questi anni non mi stanco mai di rileggere: "Solstizio d'inverno" di Rosamunde Pilcher perché è la storia di una donna anziana che ad un certo punto reinventa la sua vita e mi dà la speranza che il futuro mi possa ancora riservare delle belle sorprese. È un bel libro e mi fa stare bene dopo averlo riletto.
 
Ebook o cartaceo?
Io ho cominciato a leggere con il libro cartaceo e sono molto legata al volume che si può tenere fra le mani e sfogliare. Poi non si può dimenticare l’emozione di aprire le pagine di un libro nuovo. Certo l’ebook è molto più comodo perché non ingombra e si può portare ovunque, senza contare poi che, in caso di traslochi, si evita di riempire e trasportare scatoloni di libri o donarli ad una biblioteca se viene a mancare lo spazio.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Sono sempre stata una grande lettrice e da ragazza ho pensato qualche volta di provare a scrivere anch'io. Poi però le circostanze della vita mi hanno portato altrove e questo pensiero non mi ha più sfiorata. Ora mi sono ritrovata con più tempo libero e improvvisamente anche con una storia da raccontare. Tutto è stato molto casuale.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come racconto nel libro io avevo completamente dimenticato Demis Roussos nonostante tra la fine degli anni 60 ed i primi anni 70 fossi stata una sua fan. Poi, con la morte di Vangelis, che invece ricordavo benissimo, ho riscoperto questo artista che è stato molto famoso in quegli anni in Italia. Ho cercato sue notizie e ad un certo punto ho pensato che forse ci potesse essere in lui un aspetto diverso da quello che mostrava in pubblico. Ho sentito un impulso fortissimo di raccontare questa cosa ed era quasi come se il suo spirito mi fosse vicino e mi suggerisse cosa dovevo scrivere. So che è una cosa apparentemente ridicola ma io credo molto nella connessione tra le anime e sono convinta che nulla succede per caso.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È stato un lavoro molto lungo ed anche un po' complicato, soprattutto sono stata molto combattuta sulla decisione di inviarlo o meno ad un editore, per ritrosia ma anche per paura di come sarebbe stato accolto. Devo ringraziare tutti i collaboratori della BookSprint perché, dopo aver ricevuto il manoscritto, mi hanno supportato con molta professionalità e disponibilità ed hanno reso possibile il veder pubblicato il mio lavoro.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona a cui ho fatto leggere il libro è stata un’amica con la quale ho un rapporto di grande confidenza e che è soprattutto una persona di grande sincerità. Io volevo un parere il più possibile imparziale e lei mi ha detto di aver scoperto un lato della mia personalità che io non avevo mai mostrato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audio libro è sicuramente un mezzo importante per allargare la cerchia dei lettori perché offre l'opportunità di conoscere il mondo della lettura a tante persone che non hanno tempo oppure la possibilità fisica di farlo.

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