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06 Lug
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Intervista all'autore - Claudia Ciardo -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere posso definirlo come un'evasione dalla realtà.
So per certo che mettere nero su bianco i miei pensieri non mi farà sentire giudicata, mi fa sentire libera, più leggera, come se la mia testa fosse meno ingarbugliata di quanto lo sia già, come se la mia testa, parola dopo parola, avesse meno pensieri da tenere e sopportare, lasciandoli così tutti su un foglio di carta.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Gran parte di ciò che ho scritto fa parte della mia vita. La paura è reale. Il dolore che provo è reale. Le emozioni sono reali. La paura di innamorarmi c'è. L'amore nei confronti di mia madre è presente. Tutto è presente. E soprattutto reale che gli occhi smeraldi sono la mia casa.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi è sempre piaciuto infondo scrivere, ma quest'anno ho sentito di prendere questa mia passione più seriamente, in seguito ad una crescita personale, poiché negli anni ho dato sfogo alla mia passione, dando così forma ad una parte della mia vita importante.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata la mia prima scelta. Non avevo in mente altre idee. Sono partita con la consapevolezza di dedicare il libro a mia madre e non potevo scegliere titolo che rappresentasse al meglio ciò che amo più di lei e che amo più al mondo.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ho letto diversi libri, però forse quello che ha lasciato in me qualcosa di diverso è stato il
"fabbricante di lacrime" di Erin Doom. Ho sentito questo libro particolarmente vicino a me, come se infondo i pensieri della scrittrice fossero dettati dai miei pensieri più profondi. Di conseguenza, sarebbe questo il libro che vorrei mi facesse compagnia in un’isola deserta, rendendola così affollata di pensieri e non più disabitata.
 
Ebook o cartaceo?
Penso che Ebook sia una bellissima iniziativa adottata da qualche anno a questa parte. Permette di avere qualunque libro a portata di mano ovunque si vada, permettendo così il lettore di non recarsi necessariamente in un negozio fisico. Però penso che la sensazione tangibile di toccare e sfogliare pagina dopo pagina non abbia prezzo. Preferisco di certo quella cartacea.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho sentito la necessità di far fiorire questa mia passione perché mi sono resa conto che era ciò che più mi faceva stare bene.
"Perché non dare sfogo ai pensieri più superflui, che poi alla fine superflui non sono", mi sono detta. Così ho deciso di cominciare a ritagliare dei momenti della giornata e di dedicarli alla scrittura. Ho deciso soprattutto di dedicare questi momenti non alla scrittura, ma essenzialmente a mia madre, volevo renderla orgogliosa. Fiera di me stessa, delle
parole che spendevo nei suoi confronti e del tempo che andavo a ricercare durante il giorno al fine di scrivere anche solo una pagina al giorno.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una sera ascoltando della musica sono stata spinta da un pensiero che mi tormentava. Quello di accompagnare i miei pensieri dalla musica del momento. Non ho mai scritto alcun rigo quando ero felice, lo facevo solamente quando ero realmente malinconica pensando ad un momento o quando ero davvero triste. Lo facevo perché scrivere mi faceva sentire meglio, di conseguenza l'aria malinconica passava man mano che la mia mano accompagnava la penna che scriveva sul foglio bianco che poi diventava stracolmo di lettere dettate da un cuore malinconico. Mi piace pensare che qualcuno si ritrovi nei miei pensieri e che si senta meno solo. Così una volta aver iniziato ho fatto leggere una prima bozza a mio fratello. Ho amato vedere la sua sfumatura degli occhi cambiare durante la lettura di una sola prima pagina, ho amato sapere che lui mi ha sempre sostenuto, credendo in me più di me stessa. Così ho voluto portare a termine questo mio progetto anche e soprattutto grazie a lui.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro diventare un libro fa un grande effetto. Sapere che le me del passato non avrebbe mai creduto che riuscissi a fare una cosa del genere ad un'età così giovane mi stupisce. È una grande soddisfazione per me stessa, sapere che sono riuscita a portare a termine il mio sogno più grande.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona alla quale ho fatto leggere il libro è stato mio fratello. Infondo se non glielo avessi fatto leggere credo che non sarei nemmeno qui a scrivere questa intervista. È stato lui il mio primo sostenitore e il primo a credere in me, dall'inizio e continua ad esserlo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Gli audiolibri consentono alle persone di ascoltare libri attraverso una registrazione audio, spesso narrati da professionisti o dagli stessi autori. Questo formato presenta diversi vantaggi perché permette alle persone di godere di libri anche in situazioni in cui la lettura tradizionale sarebbe difficile o impossibile, come durante gli spostamenti o le attività quotidiane. Inoltre, l'audiolibro può essere un'opzione accessibile per le persone con disabilità visive o altre difficoltà nella lettura.

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