Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

28 Mar
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Matteo Russo -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Riposto, in provincia di Catania, dove ho vissuto fino all’età di 40 anni.
Dopo la laurea in Medicina mi sono specializzato in Chirurgia Generale, iniziando la mia attività di chirurgo presso l’Ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata e, successivamente, presso l’Ospedale Umberto I di Siracusa. Ho cominciato a scrivere poesie nei primi anni della Scuola Media Superiore, proiettando le mie emozioni su un foglio di carta, un po’ come si fa quando si scrive una lettera o si annota una pagina di diario, spinto dal desiderio – sempre crescente – di evadere dalla realtà quotidiana, raccontare una parte "inedita" di me stesso prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, quella vissuta a cavallo tra passioni segrete e sentimenti svelati, tra la voglia di raccontare e il coraggio di raccontarsi.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
A dire il vero, non ho molto tempo per scrivere. Il mio lavoro di chirurgo mi tiene occupato tutto il giorno e pertanto sono costretto a dedicarmi alla scrittura nel poco tempo libero che mi rimane quando sono a casa. Un modo per rilassarmi e scrollarmi di dosso la fatica di una giornata trascorsa tra sala operatoria e pronto soccorso e ritrovare quella giusta dose di tranquillità e benessere che solo la scrittura sa darmi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Alessandro Baricco.
 
Perché è nata la sua opera?
"Silenzio di un giorno" nasce come raccolta di versi liberi, scritti in diversi periodi della mia vita, quando è stato più forte l’impulso di confrontarmi con me stesso, di dar voce a tutto ciò che mi stimolava o mi emozionava. Come la mia precedente opera, anche questa è rimasta inedita per lungo tempo ed è stata ripresa solo recentemente per essere data alle stampe.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo che il contesto sociale nel quale si vive influisca per buona parte sulla formazione di uno scrittore. L’opera che ne deriva non è che il risultato della sua interazione con l’ambiente fisico che lo circonda: luoghi cari alla memoria dove il poeta è condotto dalle sue più intime sensazioni, da cui può attingere la sua poesia attraverso lo specchio dell’esperienza quotidiana, spaziando dall’amore, ai ricordi d’infanzia, alla fede, all’amicizia, alla natura. Ogni elemento descritto, ogni verità svelata non è che riflessione del suo stato d’animo ma anche testimonianza di eventi vissuti nel bene o nel male, che fanno parte di un "piccolo" mondo visto e rivisto più volte, in cui il poeta si muove in solitudine, ascolta, osserva, medita e trova il suo rifugio nella poesia.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Decisamente una evasione unica e assoluta dalla realtà. Il poeta che scrive le sue poesie trasferisce il suo mondo interiore su un foglio di carta, allo stesso modo di un pittore che fa rivivere la sua arte nella bellezza di un dipinto, raccoglie i suoi elementi dalla realtà sotto forma di simboli, li interpreta in vario modo, cogliendone ogni sfumatura, per poi trasformarli in versi, al di là del loro reale significato. In tal modo il poeta crea il suo spazio personale violandolo con il suo lirismo, trovando gli strumenti della sua arte nell’osservazione e nella contemplazione, riportando alla luce ciò che credeva dimenticato o ignorato ed estraendo la sua poesia da tutto ciò che lo circonda, anche dalle cose più semplici o più scontate.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Mi ritrovo in ogni frase, in ogni riferimento nascosto, in ogni evento vissuto o rievocato alla memoria. Nella mia funzione di poeta cerco di cogliere il significato profondo di ogni cosa svelandone la chiave di lettura, per concedere al lettore un viaggio interiore attraverso una poesia semplice e pura che nasce da tematiche comuni. In tal modo anche chi legge i miei versi può rivivere quella stessa esperienza, può condividerla con il poeta e osservare il mondo con i suoi occhi.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
L’opera è dedicata a mio figlio, anche se non è stata scritta per lui.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio curatore e grande amico Horatio Croce che si è occupato fino ad oggi di tutte le mie pubblicazioni, presentandole di volta in volta attraverso pagine di grande impatto.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero solo di non assistere mai alla scomparsa definitiva del cartaceo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho già espresso la mia opinione su questo argomento in altre interviste. Resto dell’idea che l’audiolibro sia uno strumento indispensabile per chi non ha la possibilità di leggere.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)