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05 Gen
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Intervista all'autore - Giuseppe Lo Bello -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un ventinovenne che conclusi gli studi di ragioneria ha dovuto fare fronte all'esigenza di edificare un avvenire in quanto non godo di una posizione sociale abbiente,
pertanto subito dopo il diploma ho cominciato a lavorare sino ad oggi ove ricopro il ruolo di addetto alla vendita presso una importante realtà della G.D.O.
Sin da bambino ebbi una forte predisposizione per la lettura, compravo in edicola un "Topolino", un celebre fumetto che usciva a cadenza settimanale. Per lungo tempo dopo i compiti scolastici verso sera, il mio unico diletto fu sperdermi in quelle storie narrate a fumetti che stimolarono molto la mia creatività sin dall'infanzia. Il mio primo vero libro lo acquistai a Roma in una fiera, ovvero il terzo volume di Harry Potter della celeberrima autrice J.k. Rowling, fu una lettura estiva poderosa per un ragazzetto di undici anni che leggeva solo fumetti, tuttavia lo finii quella stessa estate e mi regalò l'opportunità inedita di poter "viaggiare rimanendo fermo”. Con l'andar del tempo le letture si fecero sempre più copiose e settoriali, pertanto incoraggiato dai successi scolastici ottenuti nella disciplina dello studio della lingua e della letteratura italiana che molto spesso risultava essere l'unica materia didattica sopra il 7, all'età di 16 anni decisi che questo potenziale non poteva e non doveva essere sprecato, pertanto scrissi ogni volta che potevo su tutto quello che volevo senza risparmiarmi, inseguendo il sogno di poter realizzare un'opera un giorno degna di essere intesa di pregevole valore artistico.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente scrivo la notte, metto su un caffè accendo una sigaretta e medito sull'esistenza, poi avviene la magia: la mente produce visioni, l'immaginazione galoppa, le storie immaginate prendono vita su carta.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Alda Merini indubbiamente è la poetessa che è riuscita a trasformare la sofferenza dell'esistenza ed a farne arte, la poetessa dei Navigli rappresenta per me il punto più elevato che la Letteratura in Italia abbia raggiunto in campo poetico, essa rappresentò in tempi abbastanza recenti il vigore in campo artistico letterario di un Italia in grado di donare ancora grandi versi al mondo.
 
Perché è nata la sua opera?
Essa nasce dall'esigenza di dover gridare al mondo editoriale che la poesia è viva!!
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione ed il contesto sociale sono stati non solo influenti, ma peculiarmente determinanti.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ritengo che sia un po' entrambe, alcuni scrittori pongono l'accento sull'evasione altri invece hanno uno spirito più descrittivo da narratore.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto, quando scrivo in versi non ho remore, esploro gli abissi della mia coscienza e cerco di narrare secondo dettami estetici soddisfacenti, le mie esperienze di vita.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente la mia prof.ssa di Lettere delle superiori. Ad oggi credo sia stata l'unica che abbia apprezzato appieno la mia scrittura, riconoscendomi meriti didattici. Pertanto data la grande stima e riconoscenza per il suo insegnamento impeccabile della materia più bella al mondo, ho deciso di dedicare questo mio tentativo editoriale a lei
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio caro amico Federico con il quale condivido la grande passione politica per il Socialismo!
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono scettico, credo che il cartaceo prevarrà sostanzialmente.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io personalmente amo gli audiolibri, sono molto utili dal punto di vista della divulgazione.

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