Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me la scrittura è quel sottile filo che separa la realtà dalla fantasia, posso dar libero sfogo alla mia creatività e entrare nel mondo del sogno laddove tutto -o quasi- è concesso e tutto può accadere, dove l'irrealtà diviene realtà.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Sono stato ispirato dalla mia vita lavorativa, essendo del settore, ma della mia vita reale vi è molto poco, indubbiamente per fortuna, sia per la poca onestà del protagonista, che non mi appartiene in alcun modo, che per le sue esperienze in riformatorio e galera che non ho mai conosciuto. Di reale vi è la mia fantasia e ironia, alcuni episodi legati ai ricordi del protagonista sono realmente accaduti cosi come la descrizione fisica in parte è veritiera (occhi azzurri purtroppo rimangono per me un sogno).
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Opera nata da un sogno, prodotta di getto, istintiva, un modo per confrontarmi con me stesso e una occasione, delle tante, per dovermi documentare laddove mi sono addentrato in settori da me mai conosciuti, ho scritto con una voracità quasi animalesca, calandomi nel personaggio, che ho descritto in maniera abbastanza veritiera e ho potuto dar sfogo alla mia fantasia e innata ironia.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho combattuto, inizialmente il titolo era differente, precisamente "la nuda proprietà" ma ho poi temuto che sembrasse un manuale tecnico di studio, pertanto ho atteso e pensato come cambiarlo evitando che perdesse la sua identità, l'essenza.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi viene da rispondere ironicamente che su un'isola deserta porterei Robinson Crusoe!!! o un manuale di sopravvivenza…. Porterei Papillon di Charriere in quanto è una lettura in grado di dare coraggio vista la storia reale e le terribili vicissitudini del protagonista evolute, fortunatamente, in un lieto fine.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo senza dubbio, per me il cartaceo è come il disco in vinile non passerà di moda è un classico, indubbiamente forse per la mia generazione, in effetti non dubito che le nuove leve forse lo possano preferire, ma il profumo delle pagine di un vecchio libro è impagabile, crea una atmosfera e un monitor non è in grado di riprodurre la magia della lettura.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho sempre scritto ma mai pubblicato , sempre seguendo il mio istinto e la voglia del momento, è un modo per dar sfogo alla mia creatività artistica, sono ormai più di 50 anni che dipingo e ho partecipato ad importanti esposizioni, ho composto anche qualche canzone sempre con ironia, ho scritto delle raccolte di nonsense, ho pubblicato pubblicità nel campo immobiliare che portavano le persone a seguire ed acquistare i quotidiani (ebbene sì....si usava il cartaceo) per scoprire cosa io avessi ideato e divertirsi con quelle che erano le mie "strisce" umoristiche. Amo far sorridere e stupire il prossimo con una ironia intelligente, mai volgare, mai stupida né tantomeno offensiva.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
È nato da un sogno e al mattino avevo già ben presente tutta la trama. Ho poi incontrato casualmente a pranzo dello stesso giorno una sceneggiatrice, figlia di cari amici, alla ricerca di nuove trame per un film e da quello tutto è partito. Segno del destino!!!
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La soddisfazione è alle stelle, vedere la propria creatura non finire in un cassetto come tante mie produzioni, ma averla letteralmente partorita e vederla crescere è una emozione forte.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie che mi ha assistito e coadiuvato, che rappresenta per me una compagna, una amica, una impiegata (non pagata!!), una badante e non da ultimo una critica attenta e competente alla quale va tutta la mia gratitudine.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente avrà spazio e futuro, indubbiamente utile sia per alcune spiacevoli situazioni nelle quali è più comodo sia per i bambini, ha avuto e avrà un buon successo, ma non sono in grado di poterlo valutare, necessito, se non altro per un fatto di età, del classico cartaceo. Mi ricorda prima dell'avvento della televisione le serate nelle quali le famiglie stavano attorno al tavolo con posizionata la radio al centro ascoltando le trasmissioni. Da una parte più che il futuro è poesia di un tempo passato.