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03 Giu
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Intervista all'autore - Ricàrt Cordovât -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in una famiglia molto povera, in piena guerra mondiale, non erano tempi belli.
Finite le scuole ho imparato un mestiere ed a 17 anni sono emigrato. per parecchi anni ho girato da un posto all'altro, lavorando e studiando. Dopo aver fatto il traduttore ed interprete, ho voluto provare a scrivere. Ho partecipato ad alcuni concorsi e nel 2016, ho scritto un romanzo storico in lingua Friulana che riguardava una leggenda friulana. Sapevo che non aveva mercato, per cui ho sostenuto i costi della stampa, alcuni libri li ho regalati a parenti ed amici. La maggior parte li ho venduti. Avendo avuto i complimenti da coloro che li avevano comprati, ho voluto cimentarmi con qualcosa di diverso. Ne è uscito un romanzo poliziesco che spero avrà successo. Un secondo è in fase di ultimazione.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non sono uno scrittore professionista e non ho nessun tempo di lavoro, sono pensionato. Mi piace scrivere ed a volte scrivo per un paio di giorni poi cancello.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
I miei ricordi di lettura iniziano negli anni 50, da Steinbeck a Spillaine, da Uris a Christie, da Robbins a Wallace, a Charteris a Fleming, ero in giro per il mondo e la maggior parte li leggevo in lingua originale.
Mi sono molto piaciuti i romanzi dell'amico Paolo Maurensig.
 
Perché è nata la sua opera?
Dopo un romanzo storico, volevo provare con uno moderno.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza, ho vissuto in diversi Paesi ed ho acquisito la mentalitĂ  europea e parlo diverse lingue.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è mettere nero su bianco sogni, intuizioni e riferimenti realistici.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di me praticamente niente, di mio praticamente tutto.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non precisamente, alcuni ricordi abbastanza vaghi, per la maggior parte si tratta di fantasia, senza riferimenti a me o altri.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, poi a mio fratello.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Anche se a me personalmente non piace, mi piace il profumo della carta, mi rendo conto che il futuro è quello.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Se si riesce a farlo leggere da uno che lo sente quasi come suo per cui lo interpreta, sarà un grande vantaggio per gli ipovedenti, come mia moglie, e forse non solo per loro. Ascoltare una storia affascinante raccontata da una voce suadente, può essere un magnifico veicolo di cultura.

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