Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere rappresenta un modo di esprimere quei bagagli emozionali fatti anche di coordinate di autentici sentimenti che nascono dalla mia sensibilità di donna...
che vive nel tempo e nello spazio un'empatia che la porta sempre a crescere e a rinnovarsi, sui canoni dell'unicità e semplicità. Ho sempre scritto da quando ero adolescente un volume di poesie che trascrivevo con la macchina Olivetti 88; appena sentivo dentro pulsare frasi e storie le raccontavo facendole sentire ad amici e parenti. Nel descrivere una storia viene fuori spesso una vena ilare e comica che non riesce a stare zitta, anzi, al contrario, fa sì che la scena diventa una sceneggiatura, poi un dialogo aperto, per poi finire ad esprimere quelle sensazioni iconiche che penso di riuscire a produrre in seguito. Per me scrivere non è sinonimo di avere successo, per me scrivere è lasciare un'impronta diretta della mia forma mentis, mio punto di vista perché la vita è una e non bisogna mai farsi trascinare dalle cose che non ci rendono liberi, che ci ammaliano di un'ipocrisia. Non i reputo una scrittrice brillante, semplicemente sobria. Perché so di avere passione in quello che faccio come del resto nel mio lavoro da Operatore socio sanitario. Non ambisco alla fama, ma il vedere pubblicato il mio libro che era un sogno incastrato in un cassetto è per me una grandissima rivincita, un’enorme soddisfazione. Forse credo che sia tutto scritto...E allora più emozione di così...Un'emozione per sempre che spero possa alimentarsi di una LIBERTA'ESSENZIALE.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo mio libro in effetti ci sono storie reali che vanno dalla mia infanzia alla mia gioventù. Non le ho volute incasellare in argomentazioni cronologiche ma le ho descritte in modo di parole sparse, affinché il lettore potesse giocare con me e comprendere in modo scherzoso ciò che volevo intendere. Un gioco che mi è venuto spontaneo e mi è sempre piaciuto, in questo modo incuriosivo ancora meglio il mio interlocutore, stuzzicandolo sotto ogni punto di vista inducendolo poi a commentare anche in maniera, quasi coatta ogni dettaglio che avesse incontrato nel leggermi.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato molto per Me. Mi sono posta tante domande, tante sono state le direzioni, anche i fallimenti dove non avevo nessuna risposta che potesse darmi un ulteriore possibilità di pubblicare queste mie parole, queste mie prose e poesie. Tra i vari impegni di lavoro, ho lasciato scorrere il tempo, ma non ho mai abbandonato questa mia passione e voglia sfrenata di raccontare, se vogliamo anche nominare situazioni difficili che mi hanno dato la possibilità di scoprire ancora meglio la mia vena artistica. E di artistico in me c'è tanto, non lo dico per superbia, anzi lo metto di fronte al fatto che un talento va coltivato come la terra dal quale siamo nati e che vi ritorneremo un giorno, non c’è via di scampo. La mia opera se si può definirla tale è un significato costante e attento alle necessità della mia vita e della vita di ciascuno di noi. È' stato un passo sofferto pubblicare, per via delle condizioni economiche che sopporto ogni giorno, ma non i dò per vinta ogni giorno è sempre un giorno ricco di Provvidenza, è sempre un giorno nuovo ricco di sorprese. Riassumo tutto il mio scrivere, ma non lo so fare, in quello che voglio dire a chi viene dopo di me chi prenderà il mio posto ed ha ancora voglia di cambiare partendo da sé stesso senza lamentarsi mai. Il messaggio spero di averlo lanciato in modo semplice e chiaro. Sono così come persone e come scrivo, forse in modo infantile, perché non sono una scrittrice rinomata, non mi serve esserlo. Continuerò a farlo nel modo più semplice possibile con tutti i sacrifici che mi ha comportato questa mia prima opera. Tutto ha un destino e lo lascio andare col timone della mia vita che ne naviga il mare.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata difficile, anzi mi vengono sempre durante la notte come un balenare di luce folgorante, che per tanto tempo non mi ha dato né spazio né respiro, perché era così martellante che si era fissato come un post in alto come nei social. Abbiamo tutti bisogno di questa LIBERTA' non possiamo farne a meno, nemmeno io che sono uno spirito libero se mi dovessero tarpare le ali morirei. E se così dovesse essere bene lo accetterei anche con una certa resilienza. Non ci sono state alternative di sorta, perché questo titolo mi è stato suggerito da quella coscienza che dentro di me si evolveva in maniera esponenziale. Sono così. Nelle lunghe notti d'inverno mi abbaglia un flash di parole discontinue dapprima e poi continue logiche, non posso non trascriverle nell'immediato, non lo ricorderei il giorno dopo, si sa comincio a perdere qualche neurone e qualche sinapsi non funziona tanto per via della vecchiaia.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Poterei con me Khalil Gibran perché mi dà sempre fonte di nuove ispirazioni, non mi stanco mai di leggerlo perché credo che ci sia sempre un dettaglio che mi potrebbe essere sfuggito. La sua non è solo una filosofia di vita, non è solo un’arte di scrivere o descrivere, ma rappresenta qualcosa di profondo, al quale io e come tanti ne fanno propria tutta la concezione che risulta essere sempre avulsa dalle stereotipie e ipocrisie dell'uomo moderno e contemporaneo. Anche Isabel Allende mi piace come scrittrice, edulcorante personaggio dallo stile diverso da quello europeo, l’adoro quando parla in un libro "Donne dell'anima mia “dove si parla di emancipazione delle donne e di lei del suo femminismo ribellatosi alla forma patriarcale e obsoleta, dove la ribellione a questa discriminazione giunge come un senso di rivincita e di emancipazione basata sulla forza di combattere per realizzare un proprio sogno.
Ebook o cartaceo?
Preferisco entrambi. Anche se a dir il vero vorrei sentire tra le mani la carta e il suo odore, sentire il suo rumore che non sia robotico come nell'ebook perché rimane indelebile in itinere. E poi la tecnologia se usata con le dovute precauzioni potrebbe essere un veicolo davvero emozionante. Rimango e ribadisco il concetto che per me un libro in versione cartacea ha sempre qualcosa di speciale, puoi maltrattarlo o custodirlo nel tempo, dipende sempre da noi che fonte abbiamo nei confronti della cultura.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non ho avuto un periodo particolare, né una particolare attenzione così incisiva come adesso d'intraprendere la carriera di scrittrice. Ho sempre coltivato questa mia passione, diciamo, a corrente alternata, costellata anche dalla musica, dal disegno, insomma una persona che ha trovato la pace dei suoi sensi in questa globalità della scrittura. A questa mia dolce e tenera età di cinquantenne, non mi reputo una scrittrice, forse una sognatrice, sogno di diventarle un giorno, ma la fama non fa per me, la contrario penso che scrivere è un modo per liberarsi da dentro questa gabbia chiamata "corpo “che ha un'anima che scalcia e anche in modo logorroico vorrebbe sempre parlare.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea del libro è nata dal fatto che ne parlavo con un gruppo di mie amiche su WhatsApp perché ho scritto delle mie poesie in un lampo di genio. Più lampo che genio. Con alcune di loro ci sente solo così perché sono lontane da me, una è siciliana l'altra è napoletana, l’unica vicino a me è barese e dato che abito in Alberobello ci vediamo anche in presenza e non solo virtualmente. Dopo una ventina di miei scritti hanno iniziato a fare il tifo per me aiutandomi e sostenendomi in tutto e per tutto. Mi sono vista attorniata dalla loro foga come se fossi in un pollaio pieno di galline votanti e che m'inducevano a realizzare quest'impresa e nello sfottò avrebbero affermato che se fossi diventata famosa di sicuro le avrei invitate a cena o a qualcos'altro. Sono stati mesi bellissimi contornati sempre da questi capitoli da loro messi su come una sceneggiatura, fatti di vocali, con sfaccettature diverse, e di diversi dialetti. Le risate non sono mancate mai. Quando ho detto loro del titolo hanno avuto un'esplosione di gioia che mi hanno fatto un applauso per tutto il tempo. Non me l'aspettavo che avrei scaturito una così bellissima reazione. L’idea è stata semplice, discontinua, ma grazie a chi ha letto ed ha creduto in me sono qui a questo punto di partenza.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ho pianto. Sono sincera, ho davvero pianto come se fosse stata una liberazione di ciò che stavo costruendo, soprattutto andando controcorrente, contro ogni mia possibilità in senso lato. Quando ho visto arrivare tra le mie mani il libro non ci credevo, ero tachicardica, mi sembrava tutto così surreale. Eppure ce l'ho fatta, ho messo da parte tutto ed ho realizzato questo mio sogno, incentivato dal fatto che le persone ed anche le circostanze che dapprima sembravano avverse, poi si sono rivelate favorevoli e qui ringrazio Dio e ringrazio l'editore Vito Pacelli con tutto il suo staff, non solo di avermi supportato, ma anche di avermi "sopportato “perché sono comunque inetta di capire quanto lavoro c'è dietro un libro. Nel libro c'è tutto anima e corpo per me...c'è tutto di me se si riesce a fare attenzione. Ho anche gridato il titolo che ho posto in essere, le mie amicizie, i miei parenti sono rimasti entusiasti. E questo mi basta per vederli sorridere ed essere felici
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Una mia carissima amica che reputo come una sorellina per me. Le piace molto leggere, non butterebbe mai un libro, anche se fosse ridotto malissimo. Ha già assaporato i miei scritti se si possono definire così, incentivandomi a pubblicare sostenendomi in questa mia impresa. Alla notizia della pubblicazione non poteva mancare una grande festa, nemmeno i consueti sfottò, che io adoro riescono a colorarmi la vita in ogni momento.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
sono convinta che l 'audiolibro potrebbe essere un elemento efficace per i diversamente abili al quale io cercherò loro di dare manforte, la cultura non deve soccombere, qualsiasi cosa sia. Sono favorevole all'audiolibro nel caso ci fossero persone che non hanno possibilità di leggere, per varie situazioni, penso che questo mezzo usato per scopi benefici sia davvero uno strumento che possa avvicinare chiunque all'ascolto di qualsiasi genere letterario. Mi sembra alquanto triste non dare quest'opportunità a chi non può permettersi di leggere ed "ASCOLTARE”. Tutti ne abbiamo diritto, nessuno escluso. La frontiera va alimentata nel modo giusto, nell’educare l'uomo a quei valori che si son persi e che non riescono più a collimare, a toccare nel vero profondo il senso umano, la dimensione umana, soprattutto quella di oggi, che mi sembra in totale confusione ed ha schermato rinchiudendosi nelle scatole degli smartphone, senza né metacomunicazione, né rapporti sociali. Audiolibro serve in tutti gli ambiti, dalla famiglia dalla scuola, va incentivato con garbo senza pretese di sorta.